lunedì, Luglio 21, 2025
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Fatti un selfie mentre svapi!

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Il termine “svapare” entra ufficialmente a far parte del vocabolario della lingua italiana. Tra i lemmi del famoso Zingarelli, il vocabolario italiano più popolare, nel 2015 ci sarà anche la nuvola di vapore della sigaretta elettronica e con un riferimento semantico del tutto positivo: con il verbo svapare si indica infatti il modo di creare una nuvola di vapore prodotta dall’utilizzo della sigaretta elettronica.
“La storia ci racconta che la lingua accompagna le evoluzioni della società, definendone i cambiamenti con parole nuove e condivise. Svapare è un termine ormai comunemente diffuso sia nel linguaggio comune che in quello scientifico. Ci auguriamo – ha commentato il prof. Riccardo Polosa – che l’ingresso di questo verbo nel vocabolario italiano possa in futuro rappresentare la messa al bando del verbo fumare. E, perché no, favorire anche l’introduzione di ‘vapagismo’, neologismo che ho coniato dall’unione della radice inglese vape- (svapare) e la desinenza -gismo, per indicare il comportamento positivo di chi svapa, come contrapposizione netta al termine ‘tabagismo’ che invece rappresenta tutta la negatività della dipendenza dal fumo di sigaretta.”
LIAF ha accolto con sano entusiasmo la notizia. L’ingresso nel vocabolario della parola più usata dagli utilizzatori di sigaretta elettronica denota, infatti, una diffusione popolare dell’e-cig, utilizzata da migliaia di fumatori come alternativa valida per smettere di fumare.
E se tra le nuove parole italiane del 2015 c’è anche il popolarissimo “selfie” – l’autoscatto con il cellulare, spesso destinato alla condivisione sui social network – allora oggi LIAF lancia un nuovo gioco, un modo divertente per sostenerci ed aiutarci nella quotidiana lotta contro il fumo di sigaretta.
Se anche tu vuoi aiutarci,
 
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“IL TUO SELFIE MENTRE SVAPI”
 
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A Catania si è detto: “STOP!” LIAF presenta il programma per dire basta alle sigarette tradizionali

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Vuoi smettere di fumare e stai cercando una soluzione innovativa? Al “Policlinico Vittorio Emanuele” di Catania, via al progetto per dire “STOP!” alle sigarette convenzionali.
L’Università degli Studi di Catania, leader mondiale nella lotta al tabagismo, e LIAF – Lega Italiana Anti Fumo presentano il programma “STOP!”. Un progetto di ricerca che offre ad ogni paziente la possibilità di entrare a far parte di un percorso medico assistenziale gratuito, utile per smettere di fumare più velocemente grazie alla consulenza personalizzata dei medici del Centro per la Prevenzione e Cura al Tabagismo (CPCT) del “Policlinico Vittorio – Emanuele” di Catania.
“STOP alle sigarette” offre ai pazienti un percorso di supporto psicologico e clinico, nel rispetto dei tempi e delle esigenze di ogni fumatore, attraverso il quale sarà possibile utilizzare tutti gli strumenti alternativi alla sigaretta convenzionale per riuscire a trovare quello più adatto alle proprie esigenze.
Ogni anno, solo in Europa, si stimano circa 700 mila morti per malattie fumo correlate. Una piaga che deve essere fermata. Per il prof. Riccardo Polosa, direttore scientifico della Lega Italiana Anti Fumo e ordinario di Medicina Interna del Policlinico di Catania: “Si tratta di una grande opportunità per tutti fumatori della provincia etnea, una importante occasione per farsi accompagnare davanti l’agognata porta d’uscita dal fumo”. Ma “STOP!” è anche un modo per aiutare la Ricerca: “Per sostenere i nostri ricercatori – ha detto il dott. Pasquale Caponnetto, responsabile del CPCT di Catania – che all’interno dei laboratori del Policlinico cercano quotidianamente di trovare una soluzione definitiva per far smettere di fumare milioni di persone”. E’ un compito arduo che potrebbe consentire di salvare milioni di vite in tutto il mondo. STOP!, infatti permetterà di dire basta non solo alle sigarette dei singoli fumatori ma anche a quelle di milioni di persone.
Il progetto è aperto a tutti i fumatori, residenti nella provincia di Catania e partecipare è semplicissimo, basta compilare il modulo di iscrizione presente sul sito. Da domani e fino al 19 Ottobre, inoltre, LIAF sarà presente alla fiera annuale EXPO BIMBO 2014 nel Centro fieristico di Etnapolis. Un appuntamento importante durante il quale sarà possibile eseguire il test del monossido di carbonio per verificare il grado di inquinamento dei propri polmoni e prenotare una visita gratuita negli ambulatori antifumo dell’Azienda Ospedaliera Vittorio Emanuele di Catania.

LIAF a EXPO BIMBO 2014. Parte da Etnapolis il programma “STOP!” alle sigarette

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Anche quest’anno LIAF – Lega Italiana Anti fumo partecipa a EXPO BIMBO 2014, l’appuntamento annuale per mamme, future mamme e bambini che si svolge presso il centro fieristico di Etnapolis.
Dal 17 al 19 Ottobre, LIAF offrirà a tutte le mamme ed i papà che visiteranno la fiera la possibilità di ricevere consigli e suggerimenti utili per smettere di fumare definitivamente.
In collaborazione con l’ospedale Policlinico “Vittorio Emanuele” di Catania, presso lo stand LIAF, gli esperti del Centro per la Prevenzione e Cura al Tabagismo (CPCT) saranno a disposizione degli utenti per effettuare consulenza e visite gratuite.
Per l’edizione 2014, LIAF ha riservato grandi novità.
Parte proprio da Catania il progetto STOP!, rivolto a tutti i fumatori residenti nella provincia etnea che vogliono smettere di fumare.
“STOP!” offre ai pazienti un percorso gratuito di supporto psicologico e clinico, nel rispetto dei tempi e delle esigenze di ogni fumatore, attraverso il quale sarà possibile utilizzare tutti gli strumenti alternativi alla sigaretta convenzionale per riuscire a trovare quello più adatto alle proprie esigenze.
All’interno dello stand LIAF di EXPO BIMBO 2014, sarà possibile eseguire il test del monossido di carbonio per verificare il grado di inquinamento dei propri polmoni e prenotare una visita gratuita negli ambulatori antifumo dell’Azienda Ospedaliera Vittorio Emanuele di Catania.
Per partecipare basta compilare il modulo presente sul sito LIAF, cliccando qui
Per ulteriori informazioni scrivi a [email protected]
Il programma di LIAF a EXPO BIMBO 2014

Lettera aperta – Esperti a ISS – OSSFAD: “La serrata guerra alle sigarette elettroniche nuoce alla salute dei fumatori”

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ISS – Istituto Superiore di Sanità
OSSFAD – Osservatorio Fumo, Alcol e Droga
Viale Regina Elena, 299
00161 Roma
Direttore OSSFAD
Dott.ssa Roberta Pacifici
Gentile Direttore,
Vorremmo portare alla Sua attenzione le recenti dichiarazioni ufficiali del presidente della Federazione Italiana Tabaccai (FIT), Giovanni Risso, che hanno suscitato non poco allarme tra gli esperti di salute pubblica nazionali: “La lotta al contrabbando, il ritorno alla sigaretta tradizionale dopo la sigaretta elettronica e il progressivo riallineamento di qualche prezzo al dettaglio hanno contribuito al recupero del 3% rispetto ai primi sette mesi dello scorso anno”.
Per noi tutti questa esultanza della FIT non è certamente motivo di entusiasmo, anzi. Come abbiamo già ampiamente argomentato – e soprattutto come sarebbe stato prevedibile – la serrata guerra alla e-cig in Italia non ha prodotto l’auspicata riduzione del tabagismo, bensì una sua netta ripresa. Questo sia per via dei numerosi tentavi di delegittimazione dei prodotti a basso rischio espositivo, che hanno sistematicamente ignorato le evidenze scientifiche, che per via di una politica nazionale che sembra difendere gli interessi economici e finanziari del tabacco e che mal si concilia con il fine primo ed ultimo delle Istituzioni sanitarie: l’interesse per la salute pubblica.
I dati diffusi dall’Istituto Superiore di Sanità con il Rapporto annuale sul fumo 2014 avevano, infatti, illustrato una significativa diminuzione del numero di utilizzatori di sigaretta elettronica, pur testimoniando che l’81% dei fumatori che scelgono di svapare smettono definitivamente di fumare.
Negli Stati Uniti, in Francia ed Inghilterra, dove le sigarette elettroniche sono prodotti di libero consumo non soggetti a controproducenti restrizioni normative, si stanno registrando modificazioni epocali sia in termini di riduzione della prevalenza di tabagismo, sia in termini di contrazione nel consumo di tabacco. A questo proposito, ad esempio, è possibile riferirsi ai dati diffusi dalle autorità sanitarie britanniche: http://www.smokinginengland.info/latest-statistics/
I più grandi esperti internazionali di salute pubblica rilevano come l’ampia diffusione di questa alternativa a basso rischio espositivo stia determinando ricadute vantaggiose in termini di migliorate condizioni di salute per i fumatori e di riduzione dei costi per la sanità pubblica. Sarebbe più ragionevole lavorare nella direzione di migliorati standard di qualità e sicurezza. L’adozione di una regolamentazione ad hoc per migliorare la qualità delle sigarette elettroniche e dei liquidi sarebbe un primo grande passo per consentire a questi prodotti di concorrere ad un miglioramento della salute dei cittadini Italiani. Se le scelte del Governo Italiano non saranno delineate in tempo, si subiranno riflessi negativi che difficilmente potranno essere recuperati e risolti.
Alla luce di tutto questo, l’ISS dovrebbe riconsiderare il suo approccio conservativo improntato sull’applicazione acritica del principio di precauzione, puntando invece su norme equilibrate che facciano degli standard di qualità e sicurezza di questi prodotti il loro punto di forza.
Ci auguriamo che, nella Sua rappresentanza istituzionale, vorrà fare proprie queste considerazioni. A tal fine ci rendiamo disponibili sin da ora per poterLa assistere nel portare avanti proposte basate su evidenze scientifiche.
Voglia, sig. Direttore,
poter accogliere la nostra richiesta di intervento
Con Osservanza,
Carlo Cipolla – Istituto Europeo di Oncologia Milano
Riccardo Polosa – Università degli Studi di Catania
Umberto Tirelli – Istituto Nazionale Tumori di Aviano
Umberto Veronesi – Istituto Europeo di Oncologia Milano

Asma grave: un convegno per medici e pazienti

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Venerdì 10 e 11 ottobre ad Acireale (CT), presso il Santa Tecla Palace, si parlerà di asma grave insieme ad un team di esperti provenienti dall’area respiratoria e allergologica, psicologica, otorino e gastro-enterologica. Un Convegno accreditato ECM per medici di famiglia e pneumologi che diventa anche occasione di incontro con i pazienti affetti da asma grave che desiderano dialogare con gli specialisti.
Il Corso “Attese e prospettive del paziente asmatico”, ideato dal prof. Riccardo Polosa, esperto internazionale in malattie dell’apparato respiratorio, ha lo scopo di fornire informazioni precise sulla sfida clinica rappresentata dalla problematicità di gestione delle forme severe e/o complicate di asma bronchiale, oltre ad affrontare il problema della scarsa aderenza alla terapia con particolare attenzione all’aspetto pedagogico, psicologico e motivazionale del paziente.
Nonostante le accresciute conoscenze sulle cause scatenanti e le migliorate strategie terapeutiche, le patologie cronico-ostruttive delle vie aeree continuano infatti a rappresentare un problema per la salute e la qualità di vita per milioni di pazienti affetti da asma. Diverse sono le ragioni per cui molti, troppi pazienti asmatici non riescono a controllare al meglio i loro sintomi. Innanzitutto, forme di malattia severa e presenza di comorbidità, quali il fumo di tabacco e patologie rino-sinusali o gastro-enteriche, contribuiscono in modo predominante allo scarso controllo dei sintomi respiratori e al decadimento della qualità di vita globale. Da non sottovalutare anche l’aspetto psicologico, in quanto la scarsa aderenza al trattamento e la dipendenza nicotinica possono essere variamente associate a stati ansioso-depressivi.
“Durante il Convegno avrò anche modo di presentare i risultati del progetto europeo U-Biopred” – ha dichiarato il prof. Polosa – “Siamo infatti al termine della grande ricerca che ha reclutato e completato la sperimentazione clinica su più di 1.000 pazienti di tutta Europa per comprendere meglio le diverse tipologie di asma e creare cure personalizzate. Questo Convegno dunque rappresenta un’importante occasione di crescita per i medici e per i pazienti”.
Il Convegno è accreditato 11,1 crediti ECM per i medici di famiglia e continuità assistenziale, e per gli pneumologi.
Per iscriversi, basta compilare la scheda d’iscrizione a questo link: http://www.collagecongressi.info/cong_2014/309100964_1/form_attivo.asp
Oppure direttamente in sede congressuale.
Per informazioni, contattare: Collage Congressi – Palermo – Tel. 091 6818545
e-mail:[email protected] – web: www.collagecongressi.it
Per il programma dettagliato del corso, clicca qui

Lettera aperta. Esperti a ISS – OSSFAD: “La serrata guerra alle sigarette elettroniche nuoce alla salute dei fumatori”

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In una lettera indirizzata a Roberta Pacifici, direttore dell’OSSFAD – Osservatorio Fumo, Alcol e Droga – dell’Istituto Superiore di Sanità, Carlo Cipolla dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano, Riccardo Polosa dell’Università degli Studi di Catania, Umberto Tirelli dell’Istituto Nazionale Tumori di Aviano e Umberto Veronesi dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano, esortano a riflettere sull’applicazione acritica del principio di precauzione alla sigaretta elettronica, e propongono di realizzare studi scientifici che approfondiscano le conoscenze sul tema.
Le dichiarazioni ufficiali rilasciate nei giorni scorsi dal presidente della Federazione Italiana Tabaccai (FIT), Giovanni Risso, secondo cui: “La lotta al contrabbando, il ritorno alla sigaretta tradizionale dopo la sigaretta elettronica, e il progressivo riallineamento di qualche prezzo al dettaglio hanno contribuito al recupero del 3% rispetto ai primi sette mesi dello scorso anno”, hanno suscitato non poco allarme tra gli esperti di salute pubblica. E’ evidente che la diminuzione del consumo delle e–cig in Italia non ha prodotto l’auspicata riduzione del tabagismo, bensì una ripresa.
Secondo i firmatari della lettera: “La guerra alle sigarette elettroniche nuoce solo ai fumatori”. Si legge nella nota: “Invece di terrorizzare i consumatori con allarmanti storie di possibili rischi tossicologici, sarebbe più ragionevole, da parte delle istituzioni sanitarie nazionali ed internazionali, lavorare nella direzione di migliorati standard di qualità e sicurezza”.
“All’ Istituto Europeo di oncologia abbiamo utilizzato, all’interno di uno studio clinico, sigarette elettroniche del tutto prive di nicotina, e che costituiscono un protocollo accettato dall’ agenzia americana più rigorosa nell’analisi e nella classificazione ufficiale degli studi clinici autorizzati (clinicaltrials-gov) – ha dichiarato Carlo Cipolla, Direttore della Divisione di Cardiologia dello IEO – I nostri risultati in termini di disassuefazione sono straordinari e non è stata rilevata nessuna tossicità. Certamente sul mercato, che non è ancora completamente regolamentato e controllato (soprattutto quello via web), è ancora possibile trovare alcuni tipi di sigaretta elettronica non totalmente a norma, per cui il consiglio è di riferirsi esclusivamente a prodotti venduti nelle Farmacie, sigarette elettroniche senza nicotina, confezioni originali e col marchio CE”.
A tal proposito il prof. Riccardo Polosa, docente dell’Università degli Studi di Catania, uno degli esperti più attivi nel campo della ricerca sulle sigarette elettroniche e tra i primi fautori di questa iniziativa, ha ricordato i pericoli derivanti da una regolamentazione sproporzionata delle e-cig: “La guerra all’e-cig in Italia ha chiaramente e prevedibilmente provocato una netta ripresa del tabagismo. Il Governo italiano dovrebbe invece muoversi verso una regolamentazione proporzionata dell’e-cig, che tenga conto delle evidenze scientifiche, per evitare ulteriori conseguenze indesiderate e difficilmente recuperabili. Norme equilibrate che puntino alla tutela del consumatore senza lederne la libertà di scelta – ha aggiunto – potrebbero davvero far diminuire drasticamente i dati sul tabagismo e soprattutto il numero di persone che soffrono e muoiono a causa della malattie fumo correlate. Solo così il vapagismo potrà decretare la fine del tabagismo”.
Nei Paesi come Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna: “Dove non si è assistito alla criminalizzazione e alle vessazioni fiscali delle sigarette elettroniche come in Italia – ha spiegato il prof. Umberto Tirelli – si sta assistendo ad un calo del consumo delle sigarette tradizionali e parallelamente ad un incremento delle sigarette elettroniche, sicuramente meno cancerogene di quelle tradizionali. Questa tendenza – ha specificato – si tradurrà in una diminuita incidenza di tumori causati dalla combustione di tabacco e carta e conseguenti sostanze cancerogene inalate con le sigarette tradizionali”.
La diffusione della sigaretta elettronica, come testimoniato dalle ricerche dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano, potrebbe far ridurre le morti legate alle patologie fumo-correlate. Come ha dichiarato il prof. Umberto Veronesi: “Il solo tumore del polmone provocato dal tabacco uccide 2 milioni di persone all’anno nel mondo, di cui 40.000 in Italia – e ha specificato – senza contare le morti per altri tumori legati al fumo, o per danni cardiocerebrovascolari. Se per ipotesi tutti i fumatori di sigarette tradizionali passassero alla sigaretta senza tabacco, si otterrebbe a breve una riduzione drastica di queste morti. La sigaretta elettronica, infatti, simula la gestualità della sigaretta ma non contiene il tabacco che è la ragione della sua alta cancerogenicità. Riteniamo quindi che sia uno strumento efficace per contrastare la gravissima tragedia del cancro del polmone”.
La lettera inviata alla dott.ssa Roberta Pacifici è disponibile qui: lettera-aperta-ossfad

Leggi, convenzioni ed immaginario collettivo. Come ci si tutela dal fumo nei luoghi di lavoro?

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“Quali sono gli strumenti utili per diffondere la cultura del non fumo anche nei luoghi di lavoro?” – è questa la domanda che più volte ci pongono i nostri lettori. Un quesito importante che ha stimolato il nostro interesse soprattutto per le motivazioni che portano gli utenti a rivolgersi a noi, richiedendo supporto e informazioni su come potersi tutelare dal fumo passivo nei luoghi dove per legge il divieto di fumare è già obbligatorio da tempo.
Nell’Unione Europea il consumo di tabacco costituisce il principale rischio “evitabile” per la tutela della salute pubblica ma nonostante questo rimane ancora la prima causa di morte prematura, con quasi 700 mila decessi l’anno. Un problema abnorme, per il quale LIAF da tempo si batte con forza. Come abbiamo più volte affermato, esistono rimedi, alternative, cure e strumenti validi che potrebbero ridurre il numero di morti. “Ma più ancora esiste la legge, la regola imposta dai Governi” – ricorda il presidente LIAF, prof.ssa Lidia Proietti.
L’Europa risulta abbastanza avanti rispetto agli altri Continenti ma questo ancora non basta.
Negli anni, il Parlamento Europeo ha adottato una serie di misure per il controllo del tabacco (sotto forma di disposizioni legislative, raccomandazioni e campagne d’informazione) che in parte hanno riscontrato successo grazie al raggiungimento diretto degli obiettivi e in parte, invece, si sono rivelati – come spiega il presidente – “pannicelli caldi”, strumenti del tutto inefficaci.
Le misure dell’Unione Europea comprendono: regolamentazione dei prodotti da tabacco sul mercato dell’UE (imballaggio, etichettatura, ingredienti, ecc.), restrizioni sulle pubblicità per i prodotti del tabacco, creazione di ambienti senza fumo, misure fiscali e lotta al commercio illecito, campagne contro il fumo.
Nel nostro piccolo, in Italia la normativa in vigore è abbastanza chiara e si è sviluppata ancor di più nel corso dell’ultimo decennio:
• Con la L. 03/2003 meglio nota come Legge Sirchia (dal nome dell’allora Ministro Girolamo Sirchia) e denominata “Tutela della salute dei non fumatori”, il divieto di fumo è stato esteso a tutti i locali chiusi, con le sole eccezioni dei locali riservati ai fumatori e quelli privati non aperti ad utenti e al pubblico.
• L’esposizione passiva a fumo derivante dalla combustione del tabacco è un fattore di rischio cancerogeno accertato e si considera fattore di rischio lavorativo qualora sia presente nei luoghi di lavoro. Dalla circolare del Ministero della Salute del 17 dicembre 2004: “La prevenzione dei gravi danni alla salute derivanti dall’esposizione attiva e passiva al fumo di tabacco costituisce obiettivo prioritario della politica sanitaria del nostro Paese e dell’U.E”.
• Nell’Accordo 16 dicembre 2004 si è raccomandato ai datori di lavoro di fornire anche un’adeguata informazione ai propri lavoratori sui rischi per la sicurezza e la salute derivanti dal fumo di tabacco attivo e passivo.
• Con il D.Lgs 81/2008 in materia di “tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro” il datore ha assunto un ruolo centrale nella salvaguardia del proprio dipendente. Il “capo” si è trasformato in un vero e proprio “garante” della salute del proprio dipendente. A lui sono stati demandati i compiti e le funzioni che possano favorire la creazione di un ambiente di lavoro sano, pulito e adeguato agli standard di qualità previsti dalla legge. Spetta proprio al datore di lavoro assicurarsi che nessuno dei suoi dipendenti violi queste regole, costringendo gli altri ad essere “fruitori consapevoli” di fumo passivo. Tra i suoi obblighi vi sono quelli di attuare tutti gli interventi preventivi previsti dalla normativa vigente, ed effettuare la valutazione del rischio da fumo passivo ( art. 28 c. 1, art. 223 D. Lgs. 81/2008) quale agente cancerogeno e quello di adottare misure di prevenzione primaria finalizzate all’eliminazione del rischio. La giurisprudenza valuta il fumo passivo come un fattore di rischio che deve essere adeguatamente affrontato alla pari degli altri rischi presenti negli ambienti di lavoro in quanto è oramai dimostrato il rapporto eziologico fra esposizione e danno.
La sanzione: al lavoratore che trasgredisca il divieto di fumo negli ambienti in cui ciò è proibito potrà essere contestata la violazione dell’art. 20, c.2, lett. b del D.Lgs. 81/08 e s.m.i.
• Attualmente in Italia è consentito fumare solo nei luoghi aperti, in quelli parzialmente aperti e chiaramente nelle dimore private. Diversi studi dimostrano che uno dei luoghi prediletti dai giovani per iniziare a fumare sia stato negli anni proprio la scuola. E proprio per questo che nel 2013, grazie ad una proposta dell’attuale Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, è entrato in vigore finalmente il divieto totale di fumare negli istituti scolastici ed anche nei cortili durante l’intervallo. Un divieto che LIAF ha accolto con immensa soddisfazione.
Ma è anche vero che i numerosi scandali cui abbiamo assistito, soprattutto quelli legati agli uffici della Pubblica Amministrazione italiana – con le immagini dei dipendenti pubblici impegnati a fumare nei posti più disparati e meno sicuri proprio durante gli orari di lavoro – ci hanno abituato a decifrare questi stili di vita come quasi convenzionali. Come già ribadito in precedenza, “si è paradossalmente accettato che la pausa dal lavoro per la sigaretta fosse consentita – ha spiegato la Proietti – ma così non è. Non esiste nessuna legge che autorizza o consente al dipendente di assentarsi dall’ufficio o di fermarsi durante le ore di lavoro per fumare una sigaretta, né tantomeno esiste una legge che permette agli stessi di fumare in luoghi chiusi aperti al pubblico, anzi in questi casi devono essere sanzionati”.
“La programmazione di Politiche Pubbliche specifiche per la tutela della salute dei fumatori e dei soggetti a rischio di fumo passivo – ha concluso il presidente – è l’unica soluzione certa possibile. I fumatori sono soggetti di per sé malati, che presentano una patologia e che vanno trattati con un approccio pluridisciplinare che va dalla consulenza psicologica, ai farmaci e deve comprendere anche prodotti alternativi a basso rischio, qualora non si riesca a smettere con i metodi tradizionali.”
Ma spetta alle scelte dei singoli Stati comprendere che le abitudini da fumo rappresentano un reale e grave pericolo per la salute dei cittadini e che la tutela dei lavoratori è fondamentale per ridurre le morti da fumo.

U-BIOPRED: Le riflessioni su ERS 2014 di Amanda Roberts

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Per cinque anni il Congresso ERS è stato un evento di cui avevo sentito parlare ma a cui non avevo partecipato.
Cinque anni fa ho avuto la fortuna di essere scelta per rappresentare le opinioni dei pazienti per un progetto di ricerca, vasto e complesso, finanziato con l’obiettivo di migliorare alcuni tipi di asma, chiamato U-BIOPRED.
Dal punto di vista dei pazienti ERS è uno dei pochi momento per un incontro faccia a faccia. Sicuramente è importante avere incontri su U-BIOPRED a questo congresso anche perché è probabile che molti dei centri coinvolti avranno dei rappresentanti presenti.
Quest’anno, per gentile concessione della European Lung Foundation (ELF), noi pazienti abbiamo avuto la possibilità di andare a Monaco per partecipare al meeting di U BIOPRED che si terrà nell’ambito di ERS 2014.
Per me è stata anche una grande opportunità per prendere parte alle riunioni per un altro progetto sull’asma finanziato dall’Unione Europea chiamato EARIP.
Il Congresso ERS è un evento enorme e ci vuole tempo per trovare gli eventi collaterali. Quasi 22.000 delegati hanno partecipato e, anche se complesso e policentrico, UBIOPRED e EARIP erano davvero piccole parti di ciò che stava accadendo.
Al congresso c’era un enorme numero di manifesti che davano informazioni su tutte le ricerche in corso nel mondo delle patologie respiratorie. Così tanti che sarebbe stato impossibile trovare informazioni significative senza l’innovativo sistema di e-poster.
I punti salienti della conferenza per me sono stati la cerimonia di apertura; l’intervento di David Morbido, presidente della U-BIOPRED PIP che ha parlato come parte del progetto “Fenotipizzazione dell’asma: progetti di collaborazione in Europa (U-BIOPRED)”; e l’incontro con altri rappresentanti PIP ed esperti di U-BIOPRED.

 

Congresso Internazionale ERS – La prospettiva del paziente 1: Martine Puhl

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Martine Puhl ha partecipato alla Congresso internazionale ERS come paziente promotore del progetto U-BIOPRED. Di seguito vi presentiamo le sue impressioni e le sue osservazioni nell’ambito dell’evento.
Sta iniziando il mio primo Congresso Internazionale ERS. Partecipo come paziente rappresentativo del progetto.
Mi sembra buono come inizio, arrivo qui al tavolo dei VIP, come paziente VIP. Quindi sono un paziente importante? Forse qualcosa di buono può venire dalla mia malattia … Presso lo stand U-BIOPRED ho ritrovato tutti, è stato bello come quando stavamo insieme. 
La cerimonia di apertura sta per iniziare e Sarah ci ha riservato dei posti in prima fila. Sono emozionata, potrei anche abituarmi a tutto questo!
Premi e onorificenze vengono assegnati a medici e professionisti. L’atmosfera è stimolante ed amichevole ma ci sono ancora buoni motivi per essere preoccupati ed inquieti”. 
Gli esperti affermano: “Solo cinque farmaci sono stati sviluppati negli ultimi 30 anni” e “Siamo molto indietro rispetto agli campi della Ricerca, come quello cardiovascolare ed il cancro. I costi della Ricerca sui farmaci sono ormai alle stelle, ora hanno raggiunto quasi 1 miliardo di euro!”
“Queste affermazioni mi hanno sconvolta – ha detto Martine – sapevo che ci fosse ancora molto da fare, ma non pensavo tanto, non ero consapevole del fatto che ci fosse così tanta urgenza”
E hanno continuato:
“… Ogni secondo in tutto il mondo una persona muore a causa di una malattia polmonare”
“… in Germania 311 persone muoiono ogni giorno a causa di una malattia polmonare”
“… perché la società accetta tutto questo in silenzio?”
E’ stato scioccante, mi ha colpito. Perché non lo si rende noto a tutti? Perché non esiste un piano d’azione efficace? Dove sono i Governi e le parti interessate? Dove sono i soldi per risolvere questo problema? Perché continuo a pensare che la mia malattia non viene presa sul serio?
Una nuova campagna Polmoni sani per la Vita è stata presentata proprio al Congresso. Il progetto ha lo scopo di aumentare la consapevolezza di quanto sia importante respirare aria pulita. Nessuno può evitare che l’aria sporca colpisca tutti!
“Polmoni Sani per la Vita è di certo un buon inizio. Una campagna solidale”.
All’Odeonsplatz, è bello vedere che un sacco di gente vuole che siano controllati i propri polmoni. Dimostra quanto sia vitale per loro la cura dei polmoni. Se non cambia nulla, purtroppo, il numero di persone affette da malattie e morte è destinato a salire. 
E per quanto riguarda il futuro?
Ad alcuni bambini a Monaco di Baviera è stata fatta questa domanda e per rispondere hanno presentato un interessantissimo cortometraggio che mostrava sia la loro visione negativa, sia quella positiva del futuro. Un messaggio davvero potente, tanto da far sperare vivamente che quella visione negativa non si avveri mai.
Tutti con una macchina d’ossigeno a passeggiare nel parco, tra alberi e natura.
Da paziente, io spero:
Che i ricercatori diventino più uniti e collaborino di più con i colleghi …
– Che questi possano ampliare la loro visione ad altri settori della ricerca, perché gli sviluppi siano più rapidi ..
– Che i governi facciano di tutto questo una priorità …
– Di aiutare, insieme a tutti, le persone con malattie polmonari a vivere una vita migliore …
 
–  di Sopravvivere …

Dalla Gran Bretagna una nuova alternativa al fumo che potrà essere prescritta come farmaco

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Che Voke non sia una sigaretta convenzionale, è chiaro. Ma non è neanche una sigaretta elettronica, né una sigaretta a tabacco riscaldato (ndr, heat-no-burn). Questo nuovo ritrovato tecnologico per smettere di fumare è molto simile ad un inalatore di nicotina farmaceutica. Si tratta infatti di un prodotto che non richiede combustione, calore o vaporizzazione per l’assunzione di nicotina. Non produce né cenere, né fumo. Non richiede nessuna batteria o altra fonte di energia. È molto simile ad un inalatare spray per asmatici. La bomboletta che contiene un gas medicale compresso addizionato di nicotina e di mentolo permette di precaricare un inalatore di plastica (simile ad una comune sigaretta). Questa permette al fumatore una esperienza pari a 15-20 tiri prima di esaurirsi e necessitare di una ulteriore precarica.

Voke ha ricevuto la licenza per la commercializzazione da parte dell’agenzia governativa che si occupa di regolamentare i farmaci ed i dispositivi medici in Gran Bretagna (i.e. Medicines and Healthcare Products Regulatory Agency – MHRA), e sarà commercializzato dalla Nicoventures, consociata della British American Tobacco (BAT), azienda leader nella progettazione di modalità innovative per la erogazione di nicotina (i.e. nicotine delivery products). In particolare, la MHRA autorizza Nicoventures a immettere sul mercato questi dispositivi come prodotti farmaceutici utili per tutti quei fumatori che vogliono ridurre o smettere di fumare o utilizzare una alternativa a basso rischio di esposizione. Pertanto gli inalatori Voke dovranno essere prodotti, venduti e prescritti come un qualsiasi altro farmaco, ossia rigorosamente controllati in tutte le fasi di produzione e post-vendita, venduti in appositi luoghi, prescritti e monitorati da medici e specialisti.

Ricordiamo che la MHRA nel 2013 ha stabilito che qualsiasi prodotto contenente nicotina designato come aiuto per ridurre o smettere di fumare (incluse le sigarette elettroniche) dovrà essere regolamentato come farmaco. Attualmente, infatti, le sigarette elettroniche in Gran Bretagna rientrano nella legge generale di tutela dei consumatori, ma dal Maggio 2016, data in cui gli Stati membri dell’UE dovranno recepire la Direttiva europea sui prodotti del Tabacco (TPD), tutti i prodotti contenti nicotina saranno soggetti a pesanti restrizioni sulla commercializzazione e vendita. In alternativa, come suggerito dalla stessa MHRA, i produttori potranno rivolgersi all’agenzia britannica e richiedere la licenza per essere venduti come farmaco.

Le considerazioni che LIAF vuole fare su questo prodotto sono:
1. Dal punto di vista del fumatore britannico, la presenza di questo nuovo prodotto va ad ampliare il panorama di scelta a prescindere dal rilascio della licenza (anche se questo in linea teorica significa avere a disposizione un’alternativa più sicura rispetto ai prodotti già disponibili sul mercato);
2. Dal punto di vista della sanità pubblica, si tratta di capire quale siano le reali potenzialità di questo prodotto nell’ambito della cessazione o della riduzione del fumo di tabacco;
3. Per il mercato britannico delle sigarette elettroniche, l’ingresso di Voke potrebbe rappresentare invece una vera propria “stangata”. La licenza che portano in dote ne favorirà la prescrizione da parte degli specialisti come farmaci, facendo diventare Voke l’unica alternativa legale, a discapito del mercato delle sigarette elettroniche che attende da mesi l’approvazione di migliaia di nuovi dispositivi.
4. Dal punto di vista dello scenario mondiale, questa notizia sembra confermare la paura di tanti, ossia che le grandi multinazionali del tabacco stiano muovendo le grandi fila del nuovo settore, facendo in modo che le piccole imprese che non possono permettersi costosissimi test di laboratorio e di ricerca (peraltro inutili) siano automaticamente tagliati fuori, sia dalla MHRA che dalla TPD.

Tuttavia LIAF, nel sostenere metodi alternativi sicuri ed efficaci per smettere o ridurre di fumare, ritene che anche Voke, se opportunamente supportata da evidenze scientifiche sulla sua sicurezza e efficacia, possa rivelarsi un valido strumento per aiutare i milioni di fumatori che non riescono a smettere con altri metodi.

“L’uscita di Voke rappresenta un momento epocale – commenta la Prof.ssa Lidia Proietti, presidente LIAF – Per la prima volta nella storia del tabagismo una multinazionale del tabacco immette sul mercato un farmaco per contrastare la dipendenza e i danni fumo correlati. Un segno di grande responsabilità che io inquadro in un processo di evoluzione delle multinazionali del tabacco in corporazioni della nicotina. Paradossalmente il maggiore contributo alla lotta contro il tabacco sembra venire proprio dalle multinazionali che lo producono.”