domenica, Ottobre 6, 2024
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Funghi allucinogeni per smettere di fumare: le nuove frontiere “allucinanti”

I ricercatori statunitensi della John Hopkins University hanno recentemente scoperto che dosi specifiche di funghi allucinogeni si rivelavano in realtà molto più efficaci per aiutare a smettere di fumare rispetto a metodi tradizionali di disassuefazione come le pillole antifumo.

Forti fumatori (ovvero quelli che fumano almeno 20 sigarette al giorno o più) sono stati trattati con i funghi allucinogeni ed invitati a rilassarsi, ascoltando musica e concentrandosi su un viaggio interiore.

I ricercatori hanno scoperto che i “funghi” hanno avuto un tasso di successo dell’80%, in contrasto con una percentuale di successo a sei mesi del 35% per la vareniclina, ovvero il farmaco anti-fumo considerato di maggior successo.

Lo stesso studio – condotto nel 2014 – è stato oggetto di discussione questa settimana come esempio di una “rinascita della ricerca psichedelica” iniziata negli 60 negli USA e tramite la quale i ricercatori portano avanti esperimenti scientifici con il supporto di allucinogeni illegali come l’MDMA (metilenediossimetanfetamina e meglio nota come ecstasy) e LSD (acido lisergico e meglio noto come acido).

Attualmente, sono in atto almeno sette studi che stanno valutando l’uso di MDMA per scopi terapeutici, tra questi anche un progetto di ricerca che valuta l’impatto di questa sostanza sulle pazienti terminali con pochi mesi di vita.

Altri studi pionieristici hanno indagato il suo uso per trattare i soggetti affetti da disturbo post-traumatico da stress ed alcuni scienziati sostengono che l’MDMA potrebbe essere legalizzata per uso medico entro cinque anni e che potrebbe addirittura essere usata come psicofarmaco ufficiale.

Come affermato dal Professor M.W. Johnson della John Hopkins University: “Smettere di fumare non è una semplice azione biologica, altrimenti con altri farmaci che influenzano direttamente recettori della nicotina avrebbero avuto una percentuale di successo del 100% e, se somministrati nel giusto dosaggio ed in ambiente controllato, questi funghi magici potrebbero favorire un viaggio interiore in grado di sviluppare un processo di cambiamento psico-biologico”.

Secondo noi, però, il modo migliore per smettere di fumare non è quello propagandato dalle organizzazioni sanitarie per le quali basterebbe andare in montagna e trovare funghi allucinogeni per riuscire ad ottenere risultati “allucinanti”.
marilenamaglia“Sembra quasi, infatti, che in preda ad una mancanza di nuove idee utili ad impressionare il pubblico, si ci sia dimenticati delle evidenze scientifiche e dei risultati ad esse collegati – ha spiegato la dott.ssa Marilena Maglia, ricercatrice del Centro Antifumo del Policlinico di Catania – e con questo mi riferisco alle percentuali di riduzione e cessazione ottenute grazie alla messa in atto di tecniche specifiche (come i colloqui motivazionali) e all’utilizzo di farmaci (come la vareniclina) consigliati ai nostri pazienti e che hanno ottenuto ottimi risultati”.

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Prof. Pasquale Caponnetto, responsabile Centro Antifumo del Policlinico

“A volte ritornano – ha inoltre commentato il prof. Pasquale Caponnetto, responsabile del Centro Antifumo del Policlinico catanese – gli approcci psicadelici degli anni 60 ritrovano un nuovo slancio 50 anni dopo. L’alterazione degli stati di coscienza è sicuramente un campo affascinante ma no privo di rischi e di tentativi fai da te. Ci spiacerebbe vedere nuove ondate di giovani che, per farsi dei trip mentali, comincino a cercare per boschi chissà quale fungo magico. Preferiamo affidare i buoni porcini ad un ottimo risotto mentre per smettere di fumare è sempre meglio rivolgersi agli specialisti dei centri antifumo. Probabilmente, in un prossimo futuro, ci affideremo ad altri ausili per ridurre o smettere di fumare, ma ritengo comunque necessario valutare e testare al 100% qualunque strategia o sostanza prima di affidarla anche solo ad uno dei nostri amici fumatori”.

Valeria Nicolosi è giornalista, esperta in progettazione e comunicazione pubblica (sociale e istituzionale). Laureata in Programmazione delle Politiche Pubbliche nell’Università degli Studi di Catania, è anche masterizzata in Comunicazione Pubblica nell’Università IULM di Milano. L'amore e l'interesse nei confronti della formazione dell'opinione pubblica l’hanno portata a collaborare come consulente per LIAF con l’obiettivo di aiutarli a definire azioni utili per la diffusione e la sensibilizzazione della cultura antifumo. Valeria è oggi press office di LIAF e collabora anche con istituzioni ed enti pubblici diversi.

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