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Pazienti con spettro schizofrenico: il fumo danneggia anche amici e parenti

L’elevato numero di sigarette fumate ogni giorno dai pazienti con gravi disturbi mentali non arreca danno solo ai singoli fumatori ma anche alle rispettive famiglie ed alle persone che li circondano. L’abitudine al fumo è percepita come dannosa e arreca disagi anche a chi sta vicino ai pazienti affetti da schizofrenia che possono arrivare a fumare anche 60 sigarette al giorno. 

Catania, 23 Marzo 2023 – Una nuova ricerca qualitativa condotta dal team del CoEHAR Centro di Ricerca per la Riduzione del Danno da Fumo dell’Università degli Studi di Catania ha analizzato la percezione dell’abitudine da fumo dei caregiver dei pazienti affetti da schizofrenia. Per quest’ultimi i prodotti senza combustione sono considerati un’alternativa utile ed efficace per ritrovare sollievo e per diminuire il nervosismo e la tensione causata da una eccessiva e cronica abitudine al fumo di sigaretta convenzionale. 

Link: https://www.mdpi.com/2227-9032/11/5/644 

Recenti studi, coordinati dal prof. Pasquale Caponnetto, docente di psicologia clinica presso la sezione di psicologia del Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università di Catania e fra i leader mondiale della ricerca su questi temi, hanno dimostrato che fra i fumatori con grave psicopatologia il passaggio a prodotti a basso rischio rappresenta un importantissimo fattore di riduzione del rischio di sviluppo di patologie e mortalità fumo-correlate. 

I ricercatori hanno analizzato la percezione di familiari ed amici di pazienti con disturbi dello spettro schizofrenico per indagare sulla loro visione del fumo, il suo impatto sulla salute fisica e mentale e i possibili tentativi di combattere la dipendenza. 

I risultati di questo studio mostrano che il punto di vista della maggior parte dei partecipanti sul fumo è negativo (83%), sebbene non tutti prendano in considerazione trattamenti per smettere di fumare. Tuttavia, una percentuale molto alta di loro (67%) ha provato ad intervenire con proprie risorse e strategie. Alcuni dicono di aver raccomandato di smettere, e altri sono intervenuti interferendo con l’acquisto di sigarette o stabilendo con il paziente un numero massimo di sigarette al giorno. Sul significato che le sigarette possono assumere per il paziente, emergono temi ricorrenti: sono considerate come un modo per gestire il nervosismo e la tensione o come mezzo per contrastare la monotonia e la noia quotidiana o ripetere gesti e abitudini abituali. 

I fumatori affetti da schizofrenia sono soggetti che utilizzano il fumo come deterrente per alcuni sintomi causati dalla malattia. Per questi pazienti – commenta il prof. Caponnetto – l’intervento di specialisti del settore è una necessità indiscussa. L’associazione di un percorso di cessazione all’utilizzo di strumenti senza combustione si è rivelata negli anni efficace e risolutiva. Se aiutiamo un paziente affetto da malattie mentali a smettere di fumare, riusciamo anche a migliorare la qualità di vita delle persone che lo circondano”.  

Valeria Nicolosi è giornalista, esperta in progettazione e comunicazione pubblica (sociale e istituzionale). Laureata in Programmazione delle Politiche Pubbliche nell’Università degli Studi di Catania, è anche masterizzata in Comunicazione Pubblica nell’Università IULM di Milano. L'amore e l'interesse nei confronti della formazione dell'opinione pubblica l’hanno portata a collaborare come consulente per LIAF con l’obiettivo di aiutarli a definire azioni utili per la diffusione e la sensibilizzazione della cultura antifumo. Valeria è oggi press office di LIAF e collabora anche con istituzioni ed enti pubblici diversi.

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