mercoledì, Maggio 1, 2024
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CoEHAR, UNICT: non è dimostrato collegamento tra svapo e insufficienza cardiaca

I numerosi studi condotti nel campo della riduzione del danno da fumo hanno riscontrato interesse da ogni parte del globo. L’eccellenza e l’indipendenza dei nostri ricercatori, l’attenzione a metodologie e conclusioni ed il forte impatto scientifico nella comunità internazionale ci consentono oggi di garantire l’autorevolezza dei nostri studi su ogni ambito di ricerca”  così il prof. Riccardo Polosa, fondatore del CoEHAR, introduce l’ultimo dei numerosi meeting internazionali che si stanno svolgendo a Catania in queste settimane per la formulazione di nuovi ed importanti progetti di ricerca sulla riduzione del danno da fumo

Non a caso, grazie ai risultati di una recente revisione sistematica condotta nell’ambito del progetto “In Silico Science”, coordinato dalla dott.ssa Renée O’Leary, la ricercatrice canadese appartenente al CoEHAR, è stato dimostrato che le sigarette elettroniche non aumentano i rischi cardiovascolari. 

Rispondendo alle notizie che circolano in merito ad uno studio condotto dall’American College of Cardiology, che ha ipotizzato dei collegamenti tra ‘svapo’ ed insufficienza cardiaca, il prof. Riccardo Polosa ha spiegato

In primo luogo, questa notizia di rilevanza mondiale deriva da un riassunto presentato a una conferenza, e non da un articolo sottoposto a revisione peer-review. Nessuno ha potuto visionare i dettagli dello studio, il che rende la sua diffusione alla stampa non solo poco etica, ma anche cinica, sebbene tale pratica sia tipica delle organizzazioni sanitarie americane durante conferenze sponsorizzate dalle aziende farmaceutiche. Il comunicato stampa afferma: “Uno studio associa l’uso delle sigarette elettroniche a un maggior rischio di insufficienza cardiaca“.

Gli autori si sono presi notevoli libertà, affermando o insinuando che l’associazione rilevata sia di natura causale. Tuttavia, il loro stesso comunicato stampa ammette limiti importanti:

<<Sebbene il disegno osservazionale prospettico dello studio permetta di supporre un nesso di causalità’, non consente di determinare con certezza una relazione causale tra l’uso di sigarette elettroniche e l’insufficienza cardiaca>>.
 

Il disegno dello studio permette di speculare sulle possibili cause dell’associazione, ma non di stabilire un chiaro nesso di causalità.

Quando uno studio si basa sull’ “uso nel passato” delle sigarette elettroniche come variabile di esposizione, dovremmo essere particolarmente cauti. Inoltre, il paradosso e’ che quando si prende in considerazione l’ “uso corrente” delle sigarette elettroniche, l’associazione scompare completamente. Mi aspetterei l’esatto contrario.


Altro punto fondamentale: la maggior parte dei partecipanti erano ex-fumatori. Questo rende estremamente difficile distinguere l’effetto dello svapo da quello del fumo.

Pertanto, le spiegazioni più plausibili per questi risultati includono:

  • Un adeguamento incompleto per altri fattori di stile di vita (es. dieta, alcol, esercizio fisico, ecc.) che potrebbero essere correlati allo svapo.
  • Un adeguamento insufficiente per la loro storia di fumo (che non è una variabile semplice sì/no) e che potrebbe interagire con lo svapo in modo molto complesso.
  • Un adeguamento incompleto per altri fattori di rischio (es. grado di ipertensione, obesita’, presenza di diabete) che potrebbero essere correlati al rischio di insufficienza cardiaca.
  • Una causalita’ inversa, in cui la persona inizia a svapare per ridurre rischi per la salute reali o percepiti.
  • Gli autori sostengono di “aggiustare per il fumo ecc. ecc.” ma, in pratica, non dispongono delle informazioni necessarie per farlo adeguatamente.

A meno che non riescano a eliminare queste possibili spiegazioni, e al momento non possono, gli autori non dovrebbero nemmeno cominciare a parlare di nesso di causalità. Questi atteggiamenti poco seri minano la credibilità’ della comunità’ scientifica e spaventano inutilmente la popolazione.

Giornalista praticante, collabora con LIAF, dove scrive di salute e attualità. Appassionata di sport, con un passato da atleta agonista di sci alpino, si diletta nell'indagare le nuove frontiere della comunicazione e della tecnologia, attenta alla contaminazione con generi e linguaggi diversi.

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