mercoledì, Maggio 7, 2025
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Danielino77 e il servizio di Striscia la Notizia

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Continua il nostro tour tra GLI INFLUENTI DELLO SVAPO ITALIANO.

Oggi Gabriella ha incontrato Danielino77, “l’influente vaper” che con i suoi 80 mila iscritti gestisce un canale you tube interamente dedicato al vaping.

A pochi giorni dalle polemiche suscitate dall’FDA sulla diffusione dell’uso di sigaretta elettronica anche tra i minorenni, Danielino dice la sua rispetto al caso italiano.

E continua con la sua personale analisi sulle tendenze del momento nel mondo del vaping. Cosa si svapa di più? A che punto siamo?

Stefano Caliciuri, la voce del vaping italiano

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Secondo appuntamento con la rubrica dedicata agli “influenti dello svapo“. Oggi, Valeria Nicolosi e Gabriella Finocchiaro incontrano Stefano Caliciuri, la voce più autorevole dell’informazione giornalistica italiana dedicata al mondo del vaping.

Giornalista, vaper e fondatore di SigMagazine, Caliciuri è considerato il guru dell’informazione di settore. Sempre attento alle novità, non lascia mai nulla al caso. Le sue battaglie giornalistiche sono state baluardo di numerosi traguardi raggiunti per una migliore regolamentazione delle sigarette elettroniche in Italia. Accanto a lui, Barbara Mennitti,colonna portante” del suo lavoro e della sua vita.

SigMagazine, la rivista di cui lei è direttore, è considerata la testata giornalistica più autorevole nel settore del vaping. Come è iniziato tutto? Come è nata l’idea del giornale?

Avevo da poco iniziato a utilizzare la sigaretta elettronica e volevo informarmi sui liquidi, sull’hardware e sulle aziende del settore. Non trovai nulla. Decisi quindi di unire la mia professione con la passione. Sigmagazine è nato così, per colmare un vuoto di informazione specialistica. Nel 2015 è stata registrata la testata online in Tribunale; nella primavera del 2017 è poi nato il giornale di carta, il bimestrale d’approfondimento rivolto agli operatori che ogni due mesi viene distribuito in tutti i negozi. Io sono il volto, l’immagine pubblica di Sigmagazine, ma non sarei onesto se non citassi la vera colonna portante della redazione: Barbara Mennitti, conosciuta diciassette anni fa al corso di preparazione all’esame di Stato per giornalisti, diventata poi mia moglie.

Lei oggi è uno svapatore ma ha mai fumato? E come è arrivato alle ecig? 

Ho fumato per quasi 25 anni una media di trenta sigarette al giorno. Fumare mi piaceva, non avevo mai preso in considerazione l’idea di smettere, cosa che invece aveva tentato di fare più volte mia moglie. La accompagnai in un negozio di sigarette elettroniche, lei accettò l’offerta della negoziante di acquistare un kit doppio di Ego, quelle con il phantom per intenderci. Passammo quasi due ore ad assaggiare i liquidi. La mia diffidenza iniziale rapidamente si trasformò in curiosità. Rimani estasiato: mi affascinava l’idea di avere in bocca un sapore sempre diverso pur continuando a soddisfare il mio bisogno di nicotina. Per qualche mese ridussi drasticamente le sigarette tradizionali sino al giorno in cui non sentii più la necessità di entrare dal tabaccaio. 

Il settore dello svapo ha vissuto grandi momenti altalenanti, dal boom iniziale, si è passati ad un netto declino per poi tornare pian piano a risalire. Secondo lei quale sarà il futuro dello vaping in Italia?

Inarrestabile certamente, più stabile quasi sicuramente; meno affollato probabilmente. Sino all’anno scorso le aziende erano vessate da una tassazione straordinaria e spropositata che ha creato disordine nel commercio, soprattutto dei liquidi. Da quest’anno credo che si sia trovata una giusta linea di compromesso: pagare meno, pagare tutto e tutti. In questo momento credo che l’offerta sia più alta della domanda; cioè il mercato mi sembra saturo di prodotti, ben più di quanti ne occorrerebbero. Sarà comunque il tempo e il mercato a decidere. In ogni caso la diffusione della sigaretta elettronica sarà forse lenta ma, come detto, certamente inarrestabile. Non solo in Italia ma in tutto il mondo. Le multinazionali del tabacco lo hanno ormai capito da tempo, tant’è che negli ultimi tempi stanno mettendo in campo politiche di comunicazione e marketing molto aggressive.

Usare le ecig per ridurre i danni da fumo. Lo hanno capito gli italiani o siamo ancora indietro rispetto agli altri Paesi? 

È sempre difficile far cambiare le abitudini. Spesso occorre un intervento esterno che ti costringa a farlo. Vedi ad esempio l’obbligo delle cinture di sicurezza in auto o del casco in moto. Oggi nessuno mette in discussione che questi due accessori riducano il danno a seguito di incidenti stradali. Eppure se non ci fosse stato un obbligo di legge, probabilmente saremmo ancora liberi di circolare in totale insicurezza. Dico questo perché anche per le sigarette elettroniche potrebbe esser condotta una analoga strategia da parte del legislatore, soprattutto sul fronte della comunicazione istituzionale. Non servono chissà quali campagne milionarie o leggi restrittive sul tabacco, basterebbe prendere esempio dal Regno Unito e utilizzare i medici di base così come i social, le conferenze stampa del Ministro così come le partecipazioni ad eventi pubblici per promuovere e instillare giorno dopo giorno messaggi di riduzione del danno.

E’ facile lavorare nel mondo della comunicazione della Salute in Italia?

Lavoro nell’ambito dell’informazione da venticinque anni. Sono giornalista professionista da diciassette. Tutto è facile se si possiedono gli strumenti e le competenze professionali adeguate. Le regole e la struttura per scrivere un articolo sulla caduta di un governo o su una partita di baseball o su una festa di laurea sono sempre le stesse. Purtroppo gli ultimi anni hanno visto il proliferare della cosiddetta “informazione del copia-incolla”. Le notizie non vengono più verificate, si rincorre la quantità e si sottovaluta la qualità degli articoli. Non si conoscono le differenze tra le notizie dirette, indirette, riportate, tra fonti e citazioni. Tutto a discapito dell’informazione e della verità. Un tema delicato come la salute delle persone dovrebbe essere verificato, sviscerato; una ricerca letta e riletta; uno studio analizzato e compreso. Purtroppo spesso vengono copiati i titoli dei comunicati stampa e rilanciati per avere un paio di clic o per creare sensazionalismo. Per rispondere alla sua domanda: potrebbe essere facile se non occorresse ogni giorno fare i conti con la disinformazione del web. Quando una banalità o una sciocchezza dilaga sul web non è mai facile contrastarla e smentirla. Diciamo però che la colpa è perlomeno da dividere con gli utenti dei social che spesso commentano e condividono articoli senza neppure averli letti. Una pessima abitudine purtroppo figlia del nostro tempo. Ma non bisogna mollare, l’informazione di qualità alla lunga premia sempre. E con Sigmagazine cerchiamo di dimostrarlo quotidianamente. 

“Iqos come le bionde” è la geniale conclusione di un nuovo studio fatto male

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Un recente studio – pubblicato su ERJ Open Research e diffuso anche dai media italiani – ha analizzato gli effetti delle sigarette convenzionali mettendoli a confronto con quelli dei nuovi riscaldatori di tabacco (le cosiddette Iqos). La geniale conclusione degli autori è che: “Le Iqos potrebbero essere dannose quando le bionde“.

Insomma, tutte le organizzazioni internazionali (compresa l’Organizzazione Mondiale della Sanità) che in questi anni hanno dimostrato quanto gli strumenti alternativi al fumo di sigaretta convenzionale possano ridurre i danni da fumo in maniera esponenziale avrebbero “toppato“.

I ricercatori avrebbero esposto per “72 ore” cellule umane delle vie aeree a diverse concentrazioni di fumo di sigaretta, di vapore della sigaretta elettronica e di aerosol emesso da Iqos. 72 ore continue di esposizione. “Quanto può essere vicino alle normali condizioni d’uso questo limite temporale?” – si chiede il prof. Riccardo Polosa. Come già affermato tantissime volte dal docente catanese: “Questo approccio, privo di standard qualitativi e quantitativi, è ormai tristemente diffuso e fa acqua da tutte le parti. Rischia peraltro di minare il buon lavoro svolto da centinaia di ricercatori impegnati in tutto il mondo”.

Massimo Caruso

Il prof. Massimo Caruso, ricercatore LIAF e docente di Immunopatologia presso l’Università degli Studi di Catania, ha così commentato lo studio:

“È disarmante notare la leggerezza della rivista ERJ, che pure dovrebbe essere tra le più affidabili e selettive in campo pneumologico, nel pubblicare dati ottenuti con esperimenti così incompleti e vaghi, in cui gli autori dimenticano persino di specificare i più basilari dettagli sulla produzione di vapore e fumo (es.: quante sigarette/heath sticks sono usate per preparare i terreni condizionati? Per quanto tempo è mantenuta attivata la resistenza della IQOS e della e-cig? L’aspirazione dei prodotti da fumo/vapore era continua o alternata?). L’utilizzo di Marlboro rosse comprate al tabacchino sotto casa (o sotto al laboratorio) già è segno di un gruppo che non ha nemmeno i rudimenti della ricerca sul fumo! Inoltre il setting dello studio è errato già dalla concezione! Dovrebbe essere ben noto infatti (se non agli autori dello studio, sicuramente ai revisori di ERJ) che le cellule epiteliali bronchiali vivono all’interfaccia aria-liquido, dunque affogarle nel terreno bubbled con fumo o vapore (sarebbe sicuramente lo stesso con aria di mare) non riproduce per nulla le condizioni fisiologiche, e dunque lo studio andava impostato in un modo totalmente diverso. Per questi grossolani errori i dati sono totalmente inattendibili e non riflettono nemmeno lontanamente l’utilizzo reale di questi prodotti e, dunque, le conclusioni degli autori dello studio sono degne del famigerato azzeccagarbugli“.

Un nuova iniziativa a sostegno dello svapo dalla Commissione Europea

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Novità importanti dalla Commissione Europea. La Commissione ha appena registrato l’iniziativa di partecipazione pubblica intitolata: “Facciamo richiesta di una regolamentazione dello svapo più intelligente!

Il progetto andrà online dal 20 Febbraio 2019 sul sito dei “Diritti del diritto di iniziativa dei cittadini europei

L’obiettivo è quello di creare una legislazione su misura che distingua chiaramente i prodotti da svapo dai prodotti da tabacco e farmaceutici.

Gli organizzatori chiedono alla Commissione di: “garantire una nuova legislazione per i prodotti di vaping basata sul rispetto obbligatorio di norme di qualità, sicurezza e standard di produzione, insieme a pratiche di marketing responsabili che garantiscano la protezione dei giovani”.

Se l’iniziativa riceverà un milione di dichiarazioni a sostegno entro un anno dalla pubblicazione, da almeno sette diversi Stati membri, la Commissione dovrà verificare entro tre mesi l’applicabilità della proposta.

La Commissione comunque può decidere se seguire o meno la richiesta e in entrambi i casi sarebbe necessario spiegarne il ragionamento.

Ricordiamo che a Marzo 2018, LIAF – Lega Italiana Anti Fumo insieme alla Commissione Europea ha organizzato a Bruxelles un incontro tematico proprio per sollecitare i parlamentari europei a valutare una proposta normativa più equa sull’uso di strumenti alternativi alla sigaretta convenzionale.

Per l’occasione il prof. Riccardo Polosa aveva dichiarato: “L’Unione Europea deve collaborare con la comunità scientifica per assicurare un approccio basato sulle evidenze scientifiche che promuova una strategia di riduzione del danno utile a raggiungere il bene dei cittadini europei. Si tratta di un’opportunità che l’Europa finora ha mancato e che è importante per combattere uno dei più seri problemi di salute pubblica”.

Sondaggio LIAF: Che ne pensi del divieto di fumo al volante? E del divieto di e-cig?

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Il codice della strada è in discussione in Commissione Trasporti. Dalla Camera potrebbe scaturire un nuovo testo, contenente diverse novità, tra le quali il divieto di fumare al volante.

Voi cosa ne pensate? Siete d’accordo? E secondo voi il divieto dovrebbe comprendere anche l’utilizzo di ecig in auto?

Sara 50 anni (non fumatrice) Si ottimo. Sono figlia di padre morto per tumore polmoni che nella sua vita ha sempre fumato. Il fumo alla guida distrae e potrebbe causare danni anche all’abitacolo e alle persone. La distrazione può essere causa di incidenti. Si al divieto, per e-cig e per sigarette. 

Giovanni 42 anni  – (fumatore) Sono un fumatore e ritengo di avere la libertà di fumare quando e dove voglio !!!! 

Martina 22 anni –  (svapatrice) Il fumo alla guida potrebbe essere fonte di distrazione. Ma dipende dal tipo di sigaretta, poiché le sigarette elettroniche sono più semplici nel senso che non vi è la necessità di ciccare, cosa invece necessaria nelle sigarette tradizionali. In ogni caso, rimanendo in tema, non sono d’accordo all’abolizione del fumo alla guida.       

Deborah 45 anni (non fumatrice)Si sono d’accordo??.  Perché? Perché fumando si toglie la mano dal volante, e si possono causare incidenti stradali. 

Francesco 30 anni – (non fumatrice) Può essere pericoloso per la circolazione stradale, oltre al fatto che costituisce un reale rischio per la salute di chi guida e dei passeggeri. Per me, fumare quando si è alla guida può essere pericoloso allo stesso modo, o addiruttura ancora di più, come quando si utilizza il telefono cellulare.         

Alfredo 60 anni – (fumatore)In effetti è pericoloso fumare in macchina , ma è anche un modo per rilassarsi , guidando. Lo stesso si potrebbe dire se accanto hai una bella ragazza … ti distrai !!! Ecco la sigaretta per me è come avere una bella bionda accanto … Per favore lasciateci questa libertà … No non sono d’accordo !!!!

Stop al fumo quando si guida

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Niente più sigaretta mentre si guida. E’ stato presentato in queste ore in Commissione Trasporti a Montecitorio il disegno di legge firmato da Lega e M5S con le nuove regole del Codice della strada che introducono anche il divieto di fumo mentre si guida così da prevenire facili distrazioni ed incidenti.

Interpellata dalla nostra redazione, il deputato dell’Assemblea Regionale Siciliana, Angela Foti (M5S) ha così risposto:

Ogni iniziativa volta alla riduzione del fumo é da considerarsi positiva.  Qualche anno fa, se ci avessero detto che non si sarebbe potuto fumare al ristorante non ci avremmo creduto eppure oggi é un divieto apprezzato da fumatori e non. Stessa cosa per le  automobili. Purtroppo le distrazioni alla guida provocano spesso incidenti quindi ben venga la discussione. In Sicilia, il governo ha proposto un testo che recepisce le linee guida nazionali per la protezione dei soggetti a rischio“.

Nel frattempo, l’Assessorato alla Sanità della Regione Siciliana (rappresentato dall’assessore Ruggero Razza) ha predisposto una serie di iniziative in collaborazione con il CoEHAR – Centro di Ricerca per la Riduzione del Danno da Fumo dell’Università di Catania che incideranno fortemente sulla prevenzione e sul controllo del tabagismo in tutto il territorio regionale.

Eurospin e LIAF: le video testimonianze di chi ha smesso di fumare

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Continua il progetto di collaborazione fra LIAF e l’azienda Eurospin Sicilia. Obiettivo principale: promuovere salute e benessere

Il più grande discount italiano, con oltre 1100 punti vendita in Italia, in questi ultimi due anni ha deciso di avviare un percorso di sensibilizzazione sul fumo di sigaretta convenzionale avvalendosi di professionisti del counselling antifumo specializzati LIAF.

Grazie alla collaborazione con il Centro Prevenzione e Cura del Tabagismo dell’Università di Catania coordinato dal prof. Pasquale Caponnetto, è stato finora possibile avviare una serie di percorsi che hanno coinvolto circa 363 partecipanti, di cui circa 328 fumatori.

Il percorso si pone come obiettivo far smettere o ridurre di fumare i dipendenti dell’azienda e la rete di persone a loro più vicina.

Il gruppo di lavoro di LIAF ha fatto finora comprendere ai fumatori e non i rischi fumo-correlati, con particolare riferimento alle problematiche di salute che possono coinvolgere anche i familiari più stretti e incidere negativamente sulla loro capacità lavorativa e sulla qualità di vita.

Il percorso antifumo di Eurospin-LIAF, voluto dal Presidente Dott. Mion Matteo, è il primo di questo tipo in Italia; articolato in quattro incontri di quattro ore ciascuno, per ogni singolo gruppo coinvolto.

L’intervento integrato, sapientemente coordinato da Daniele Floresta, Responsabile Salute e Sicurezza di Eurospin Sicilia e Calabria, ha una componente medica supervisionata dal Prof. Venerando Rapisarda ed una componente psicologica supervisionata dal Prof. Pasquale Caponnetto.

“Stiamo motivando i fumatori e i non fumatori a volersi bene ed ad investire in maniera intelligente su se stessi, attraverso un cambiamento importante, smettere/ridurre di fumare” – ha affermato il Prof. Caponnetto.

“Organizzare gli incontri direttamente sul posto di lavoro, ci permette di coinvolgere anche fumatori che probabilmente non si sarebbero mai rivolti ad un Centro Antifumo. Inoltre, intervenendo anche su fumatori sani e giovani, miglioriamo l’efficacia della prevenzione, con ricadute positive anche in termini economici e sociali – ha affermato il Prof. Rapisarda”.

Di seguito una serie di video testimonianze di chi ha smesso di fumare grazie al progetto Eurospin e LIAF.

 

Influenti dello svapo – VIDEO INTERVISTA

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LIAF – Lega Italiana Anti Fumo apre uno nuovo spazio dedicato alle interviste nel mondo del vaping condotto dalla giornalista catanese Gabriella Finocchiaro.

Curiosità, approfondimenti, tendenze e novità saranno al centro delle nostre conversazioni con i protagonisti del settore del vaping e non solo.

Medicina e Salute sono sempre il filo conduttore di tutto perché per noi svapare è ridurre i danni e salvare vite umane.

Per il primo appuntamento abbiamo incontrato Nino Pellegrino, titolare di un club dello svapo di Mascalucia, in provincia di Catania.

Con lui abbiamo parlato di eventi, social network, gusti e aromi di tendenza per svapare seguendo la moda ma non solo.


Vaping e BPCO: il nuovo trend delle bufale scientifiche

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Se da un lato il vapagismo sembra rivivere un nuovo rinascimento, dall’altro c’è chi ancora tenta di remare contro senza esclusione di colpi. E’ un po’ quello che sta accadendo in queste ultime settimane in cui abbiamo assistito al trend delle bufale scientifiche con una proliferazione di notizie su nuovi studi riguardo i possibili danni respiratori derivanti dall’uso di sigarette elettroniche. 

Saranno vere? 

In un nuovo studio pubblicato sulla rivista Drug and Alcohol Dependence condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università delle Hawaii si allude al rischio di contrarre malattia cronica ostruttiva del polmone (BPCO) e asma per gli utilizzatori di sigaretta elettronica.

Secondo gli autori, infatti, la comparsa di BPCO sarebbe tre volte più frequente in chi usa la e-cig rispetto a chi non la usa.

Ma la conclusione, probabilmente affrettata, alla quale sono arrivati gli autori non ha trovato accordo tra i più autorevoli scienziati del settore. 

Saranno vere? 

Lo scienziato Michael Siegel, docente della Boston University School of Public Health e membro del Comitato Scientifico Internazionale per la Ricerca sulle e-cig fondato dalla Lega Italiana Anti Fumo, in uno dei suoi recenti articoli su Tobacco Analysis, ha spiegato che la dimensione del campione usato per le analisi dello studio hawaiano è decisamente insoddisfacente: “Il dato shock di questo studio è che viene evidenziata un’associazione significativa di uso di sigaretta elettronica con BPCO tra i non fumatori,i ma non tra i fumatori”. E per Siegel “Questo ridicolo è ridicolo dato che è assodato che il fumo di sigaretta è un fattore di rischio primario per BPCO.” 

“Inoltre la dimensione su cui viene disegnata la conclusione – scrive – è talmente bassa che l’analisi è del tutto inaffidabile”. 

Peraltro, aggiunge oggi il prof. Riccardo Polosa direttore del CoEHAR – Centro di Ricerca per la Riduzione del Danno da Fumo dell’Università degli Studi di Catania: “Anche ammettendo un simile grado di pericolosità tra e-cigarettes e sigarette convenzionali, è fantasioso pensare che si possa sviluppare una BPCO in una arco di tempo così breve. Per un fumatore devono trascorrere mediamente 30-40 anni prima di sviluppare una BPCO. Sono preoccupato per i colleghi epidemiologici dello studio perché sembra che non abbiano chiari i concetti più elementari della fisiopatologia respiratoria”.

Se lo studio capitanato dal dott. Wills fosse realistico, aggiunge Polosa: “Oggi dovremmo avere un piccolo esercito in più di pazienti affetti da BPCO e cosi non è”. 

Come interpretare correttamente questi risultati?

“È noto che i fumatori che passano dalle sigarette convenzionali alle elettroniche possono avvertire alcuni sintomi come irritazione della gola e tosse secca riferibili a irritazioni dell’apparato respiratorio – ha aggiunto Polosa – si tratta di sintomi che spariscono con l’utilizzo regolare di elettroniche proprio a testimoniare che il tratto respiratorio umano crea risposte difensive quando viene esposto a stimoli aspecifici. Quindi lo studio Hawaiano dimostra semplicemente la stranota associazione tra iniziazione allo svapo e tosse secca irritativa, ma non BPCO!

L’aspetto più inquietante della vicenda sta nel fatto che la diffusione di queste bufale serve solo ad allontanare potenziali fumatori dalla possibilità di provare soluzioni più sicure e meno dannose.

Commissione Tecnica per gli Standard di Qualitá e Sicurezza delle E-cig. Prime norme tecniche in arrivo.

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“É una grande soddisfazione rilevare che la nostra prima norma tecnica – pubblicata dalla Commissione Europea lo scorso settembre – sia giá stata adotatta da ben 14 enti di normazioni europei” – è con questa affermazione che il prof. Riccardo Polosa ha introdotto i lavori del meeting annuale del tavolo tecnico CEN/TC 437 “Electronic cigarettes and e-liquids” tenutosi nei giorni scorsi a Milano.

Si tratta di un report tecnico che specifica esattamente cosa misurare nelle emissioni da sigarette elettroniche prima di metterle in commercio.

Polosa – nel suo ruolo di Presidente del gruppo di lavoro europeo CEN/TC437 dedicato alla definizione di requisiti e test per le emissioni provenienti dalle sigarette elettroniche – ha più volte sottolineato l’importanza strategica di dover stabilire in fretta le condizioni e i parametri degli strumenti necessari per una valutazione seria delle emissioni da e-cig.

L’incontro milanese ha sancito, in tal senso, la svolta definitiva e il raggiungimento di un ampio consenso dato che la norma sta venendo progressivamente adottata dai National Standard Bodies (n.d.r. i comitati di normazione a livello nazionale – per es. UNI per l ‘Italia).

La nuova norma tecnica (CEN/TR 17236:2018) elenca i costituenti da misurare nell’aerosol delle sigarette elettroniche e per ognuno di essi (carbonili, nicotina, metalli) dettaglia i metodi da utilizzare per attenersi a standard di qualità e sicurezza.

Una normazione equa e proporzionata con standard chiari e riconoscibili è indispensabile per garantire il consumatore e orientare la regolamentazione.

“I rischi per i consumatori possono essere affrontati solo richiedendo ai produttori di garantire la massima sicurezza e qualità dei prodotti – ha spiegato Polosa – oggi più che mai i consumatori hanno bisogno di verità e di certezze, non di bufale mediatiche”.