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UE e sigarette elettroniche: nessuna evidenza scientifica a supporto delle conclusioni dello SCHEER

Lo scontro tra i sostenitori dello svapo e l’Unione Europea entra in una nuova fase con l’approssimarsi della scadenza del 20 Maggio 2021.

Entro tale data, la Commissione dovrà completare la revisione dell’articolo 28 della Direttiva sui Prodotti del Tabacco e sottoporla al Parlamento Europeo per la ratifica finale, in quello che si preavvisa come un “game-change” per il settore.

Si tratta di un passaggio fondamentale per la futura regolamentazione delle sigarette elettroniche e, indirettamente, per lo sviluppo di politiche di Riduzione di Danno da fumo in Europa.

Tale Direttiva, entrata in vigore il 19 maggio 2014, ha stabilito per la prima volta norme comuni in materia di prodotti del tabacco a livello dell’Unione. Tra le regole più importanti, il divieto degli elementi promozionali e fuorvianti sui prodotti del tabacco, le sigarette elettroniche e i prodotti da fumo all’interno dei paesi dell’Unione Europea.

Nel Febbraio 2019, per adeguare la Direttiva ai più recenti studi scientifici sugli effetti dello svapo sulla salute, e valutare l’efficacia della sigaretta elettronica come alternativa alla sigaretta convenzionale, la Commissione ha incaricato il Comitato Scientifico per la Salute, l’Ambiente, e i Rischi emergenti (SCHEER) di stilare una relazione come “parere scientifico sulle sigarette elettroniche.

Il 23 Settembre 2020 è stato quindi pubblicato un rapporto preliminare in cui si affermava come le sigarette elettroniche siano solo parzialmente efficaci come mezzo alternativo e meno dannoso rispetto alla sigaretta convenzionale. Il testo indicava inoltre le “e-cigarettes” come strumento che induce i giovani ad aprire la porta del tabagismo.

La Commissione Europea non può chiudere gli occhi di fronte a uno strumento che in molti
Paesi ha già dimostrato grande successo ed è stato inserito nelle linee guida nazionali di lotta
al tabagismo
” ha commentato Umberto Roccatti, Presidente di ANAFE Confindustria.

Chi ha iniziato ad utilizzare la sigaretta elettronica in un mercato altamente regolamentato come quello italiano ed europeo, lo ha fatto prima di tutto perché ha deciso di smettere di fumare o perlomeno di ridurre l’uso del tabacco tradizionale” ha poi aggiunto.

Anche numerosi esperti di Harm Reduction (sostenitori delle elettroniche come strumento che aiuta a smettere di fumare chi non riesce a farlo da solo) hanno da subito fortemente criticato lo studio dell’UE, accusando la Commissione di “cecità” nei confronti delle numerose evidenze scientifiche già pubblicate su questo tema.

In particolare, un paper firmato da Riccardo Polosa (autore più produttivo al mondo nel campo della ricerca sulle Ecig e fondatore CoEHAR dell’Università degli Studi di Catania) insieme a Giovanni Li Volti (direttore CoEHAR) e Renèe O’Leary (project leader di In Silico Science) nella prestigiosa rivista Harm Reduction Journal ha pubblicamente denunciato l’incompletezza nelle informazioni fornite dallo Scheer.

Secondo i ricercatori, le conclusioni della Commissione non avrebbero preso in considerazione i benefici per la salute individuale dell’utilizzo delle sigarette elettroniche rispetto a quelle tradizionali. Inoltre – secondo gli autori – le valutazioni sul rischio cardiovascolare e quello di iniziazione dei giovani al fumo sarebbero state “esaminate in maniera superficiale e senza adeguate prove scientifiche“.

La nostra critica verso le conclusioni preliminari prodotte dallo SCHEER a proposito delle sigarette elettroniche si concentra sulla sua sorprendente omissione di qualsiasi valutazione della riduzione del danno da fumo” ha affermato il Prof. Polosa.

“Come scienziati, ci aspettiamo che il rapporto finale sia più solido e accurato. Questo è fondamentale perché il documento avrà una grande influenza sulla revisione della direttiva UE sui prodotti del tabacco e sulla futura regolamentazione delle sigarette elettroniche. Qualsiasi iniziativa contraria alla tutela della salute pubblica europea sarà contrastata sulla base dei dati scientifici che dimostrano risultati epocali nella lotta al tabagismo” – ha concluso.


Antonino D'Orto, giornalista, laurea in Comunicazione e Relazioni internazionali è impegnato da anni nella comunicazione istituzionale ed Ufficio Stampa. Per LIAF Magazine si occupa di Esteri, Riduzione del Danno da Fumo, geopolitica sanitaria.

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