mercoledì, Dicembre 11, 2024
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Quanto preoccupa la mutazione inglese del SARS-CoV-2?

Negli ultimi giorni, la notizia della diffusione di una variante più contagiosa del Covid-19 in Inghilterra ha destato molta preoccupazione, soprattutto dopo che tale variante è stata rilevata anche negli USA, in un ragazzo 22enne del Colorado, senza precedenti di viaggio oltreoceano.

Il panico ha iniziato a serpeggiare, portando alla decisione di chiudere i voli per l’Inghilterra.

Ma cosa rappresenta questa mutazione? È davvero così pericolosa?

Innanzitutto, una delle caratteristiche principali di tutti virus a base di RNA è quella di mutare in continuazione sfruttando le cellule che infettano e, molto spesso, questi cambiamenti non creano problemi. 

I virus a base di RNA, come il coronavirus causa del Covid-19, sono molto vulnerabili alle mutazioni poiché le molecole di RNA sono meno stabili di quelle di DNA.

Solitamente queste mutazioni non hanno conseguenze rilevanti per la salute umana, assumendo un interesse maggiore, al contrario, per gli scienziati, che le studiano per monitorare la diffusione del virus tra la popolazione.

Altre volte, invece, come sembra stia avvenendo in questo caso, le mutazioni aumentano la trasmissibilità del virus.

Tornando alla variante inglese, ormai rilevata anche in altri paesi come USA, Italia, Spagna, gli scienziati ne parlano come più virulenta. Perché?

Innanzitutto, nell’area inglese di diffusione si è evidenziato un aumento di casi: e questo non perché improvvisamente gli abitanti hanno iniziato a non osservare le norme di distanziamento e protezione. In secondo luogo, questa variante pare implichi una carica virale più alta. In terzo luogo, l’andamento dei tassi di contagio della variante rispecchia quello della mutazione rilevata in Sud Africa, associata a un aumento di casi.

Insomma piccoli indizi che, nell’insieme, confermano l’ipotesi per la quale la mutazione rappresenta un rischio aggiunto.

Ma dobbiamo davvero avere paura?

Molti sono preoccupati che il vaccino non sia efficace nei confronti di questa variante. Certo è un’eventualità da considerare, ma molte rassicurazioni ci arrivano da esperti e scienziati i quali affermano che il vaccino manterrebbe la sua efficacia anche nei confronti della variante inglese della SARS-CoV-2. Inoltre, questa variante non è più pericolosa e quindi basta affrontarla con le stesse strategie che da mesi sono state messe in atto per la SARS-CoV-2, ovvero attendendosi alle norme di distanziamento sociale e all’utilizzo dei dispositivi di sicurezza personale.

A tale proposito, il fondatore del CoEHAR, Riccardo Polosa, ha dichiarato:

“La nuova variante inglese del coronavirus non deve preoccuparci più di tanto: stiamo parlando del solito nemico, ora dotato di una mimetica leggermente diversa. Ma non per questo più letale. Indossare la mascherina, evitare gli assembramenti e rispettare il distanziamento rimangono le nostre migliori armi di difesa. Dobbiamo avere pazienza e accettare il fatto che questo nuovo stile di vita ci accompagnerà ancora per diversi mesi”.

chiara nobis

Giornalista praticante, collabora con LIAF, dove scrive di salute e attualità. Appassionata di sport, con un passato da atleta agonista di sci alpino, si diletta nell'indagare le nuove frontiere della comunicazione e della tecnologia, attenta alla contaminazione con generi e linguaggi diversi.

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