venerdì, Marzo 29, 2024
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La presa di posizione dell’OMS e il commento di Polosa: “e-cig servono a far smettere di fumare”

E’ una nota ANSA di ieri sera a riportare il commento del prof. Riccardo Polosa sull’ultima pagina pubblicata sul sito dell’OMS.

ROMA, 22 GEN – “Ci risiamo! La OMS conferma la sua allergia per la sigaretta elettronica, e produce uno dei report più scadenti mai letti nella storia della riduzione del rischio. Praticamente tutte le affermazioni fatte dalla OMS sono inesatte e fuorvianti. E’ noto a tutti che non è la nicotina a causare il cancro ma il mix di sostanze cancerogene che si sprigionano durante il processo di combustione delle sigarette. E’ veramente deprimente rendersi conto che i soldi dei contribuenti vengano spesi così male.
Ribadisco che, per chi non riesce o non vuole smettere, le sigarette elettroniche rappresentano la soluzione meno dannosa per ridurre i danni da fumo. A testimoniarlo sono gli studi indipendenti provenienti da ogni parte del mondo e le testimonianze di migliaia di pazienti che afferiscono ai centri antifumo.
Sulle dichiarazioni dell’OMS, si precisa che proprio ieri, anche il CDC Centers for Disease Control and Prevention, ha eliminato la raccomandazione di astenersi dall’uso di sigarette elettroniche come annunciato dopo lo scoppio del caso EVALI che, sottolineo, in Europa non ha registrato nessun caso.
“. Così Riccardo Polosa, direttore del CoEHAR il Centro di Ricerca per la Riduzione del Danno da Fumo dell’Università degli Studi di Catania, in merito all’avvertimento lanciato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità sui rischi legati alle e-cig.

La presa di posizione dell’OMS
Le e-cig, si legge in un documento di domande e risposte pubblicato sul portale e rilanciato su twitter, “aumentano il rischio di malattie cardiache e disturbi polmonari”. Espongono, di seconda mano, anche i non fumatori “alla nicotina e ad altre sostanze chimiche dannose”. Inoltre, il liquido in esse contenuto “può bruciare la pelle e causare avvelenamento da nicotina se ingerito o assorbito”. Sono “particolarmente rischiose se usate dagli adolescenti”, poiché la nicotina in esse presenti crea “dipendenza nel cervello in via di sviluppo”.
E, d’altronde, tra i 15.000 aromi ve ne sono “molti progettati per attirare i giovani, come gomma da masticare e zucchero filato”. Quanto al fatto che passare allo svapo sia più sicuro rispetto alle bionde tradizionali “dipende dalla quantità di nicotina e di altre sostanze tossiche nei liquidi riscaldati”.
Per i consumatori di tabacco che vogliono smettere di fumare, precisa, “esistono altri prodotti collaudati, più sicuri e autorizzati, come cerotti sostitutivi della nicotina”. Ad oggi, le e-cig sono “vietate in oltre 30 paesi in tutto il mondo” e l’Oms raccomanda agli Stati di attuare misure volte a “interromperne la promozione”.
“L’avvertimento conferma cose che sapevamo, ma ci fa piacere che l’Oms abbia preso una posizione chiara e forte”, spiega Rino Agostiniani vicepresidente della Società Italiana di Pediatria (Sip) e direttore della Pediatria dell’Asl Toscana Centro. Le E-cig, come abbiamo più volte denunciato, “sono uno strumento nato per dissuadere gli adulti dal fumo ma che sta diventano uno strumento che sempre più spesso avvicina i giovani anche di 11-13 anni a potenziali situazioni di dipendenza, magari suscitando meno timore nei genitori”. E non è questo l’unico rischio. “Spesso – prosegue – soprattutto nei liquidi che non passano per il commercio ufficiale non c’è chiarezza su quanta nicotina ci sia, e la nicotina, nelle donne in gravidanza danneggia il feto perché peggiora gli scambi a livello placentare”.
Ma a spezzare una lancia in favore delle e-cig, è Fabio Beatrice, direttore del Dipartimento di Otorinolaringoiatria e Responsabile del Centro Anti Fumo dell’Ospedale San Giovanni Bosco di Torino. “Per chi non riesce a smettere di fumare – spiega – lo switch al fumo digitale costituisce un vantaggio clinico a fronte delle assolute certezze sulla letale tossicità del fumo combusto”. E questo, afferma, è dimostrato da numerose evidenze scientifiche. “Andrebbero quindi separate – conclude- le politiche che tutelano i non fumatori e i giovani dalle politiche di aiuto ai fumatori”. (ANSA).

Valeria Nicolosi è giornalista, esperta in progettazione e comunicazione pubblica (sociale e istituzionale). Laureata in Programmazione delle Politiche Pubbliche nell’Università degli Studi di Catania, è anche masterizzata in Comunicazione Pubblica nell’Università IULM di Milano. L'amore e l'interesse nei confronti della formazione dell'opinione pubblica l’hanno portata a collaborare come consulente per LIAF con l’obiettivo di aiutarli a definire azioni utili per la diffusione e la sensibilizzazione della cultura antifumo. Valeria è oggi press office di LIAF e collabora anche con istituzioni ed enti pubblici diversi.

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