venerdì, Ottobre 11, 2024
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La pandemia ha alimentato un’ingiustizia sanitaria?

La pandemia non solo ha impedito a molte persone di smettere di fumare ma ha forzato chi aveva smesso a ricominciare. Ad affermarlo diversi studi che sottolineano come i fumatori siano più a rischio di sviluppare condizioni cliniche gravi e addirittura la morte.

La pandemia ha alimentato un’ingiustizia sanitaria?

Diverse le provocazioni lanciate dalla rivista scientifica The Lancet – Respiratory Medicine.

Le vendite di sigarette negli Stati Uniti sono aumentate per la prima volta dopo decenni durante il 2020, e i dati hanno dimostrato che sono invece diminuiti gli svapatori.

Nel Regno Unito, 86 (25%) dei 329 fumatori attuali ha riferito in un sondaggio nazionale di aver fumato più del solito. Un sondaggio del CDC ha rilevato che il 40,9% degli intervistati ha riportato almeno una condizione di salute mentale o comportamentale avversa, inclusi sintomi di ansia o depressione, e il 13,3% ha iniziato ad assumere psicofarmaci per far fronte allo stress e alle emozioni causate dalla pandemia.

Senza il supporto appropriato per smettere, è probabile che le persone siano state meno motivate a smettere di fumare. La mancanza di un sostegno concreto come un supporto telefonico di assistenza psicologica, l’incremento dell’ansia dovuto all’isolamento sociale, sono tutti fattori che hanno alimentato il tentativo di smettere. Il tempo trascorso a casa, ha spinto molti ex fumatori a ricominciare.

Spesso gli individui che fumano provengono da contesti difficili, come i contesti a basso reddito o sono persone con problemi di salute mentale, tutti fattori che aumentano i rischi per la salute posti dal Covid-19. È necessario fare di più per superare questo tipo di ostacoli e per facilitare l’accesso alle risorse per smettere di fumare. Specialmente in queste comunità a rischio è fondamentale fornire un supporto adatto e accessibile a tutti, per incoraggiare coloro che vorrebbero smettere di fumare.

Tuttavia, questi problemi hanno riguardato solo alcuni paesi. Ad esempio l’India, ha vietato la vendita di tabacco durante il lockdown di aprile 2020, mentre altri miravano a ridurre l’uso del tabacco attraverso misure come il divieto dell’uso delle pipe ad acqua nei luoghi pubblici.

Sebbene queste azioni siano state applicate su base temporanea, hanno evidenziato il potenziale per rafforzare le politiche per ridurre il consumo di tabacco in tutto il mondo. Le persone che fumano tabacco hanno avuto la priorità nell’elenco dei vaccini rispetto alle persone che potrebbero essere a più alto rischio di infezione da SARS-CoV-2 (ad esempio gli insegnanti) in uno stato degli Stati Uniti (NJ, USA).

Analogamente a molti altri problemi di salute, la prevenzione e la cessazione da fumo e il trattamento per le malattie legate al fumo sono passati in secondo piano nell’elenco delle priorità dell’ultimo anno.

Negli ultimi 5 anni sono state implementate molte misure innovative per smettere di fumare, ad esempio app per smartphone. La pandemia ha offerto l’opportunità di elaborare dei metodi di smoking cessation basati sulla tecnologia come parte del passaggio alla telemedicina e con un supporto fornito a distanza. Molti di questi interventi possono essere adattati alle esigenze dell’individuo, consentendo una portata più ampia possibile.

La pandemia Covid-19 ha causato maggiori danni ai gruppi più vulnerabili della nostra società. Dare la priorità alla smoking cessation e all’harm reduction, supportando i gruppi di pazienti ad alto rischio, è essenziale per aumentare la probabilità di smettere di fumare con successo e per arrivare ad avere un mondo libero dal fumo.

Martina Rapisarda ha conseguito la laurea triennale in Lettere Moderne e la Laurea Magistrale in Comunicazione della Cultura e dello Spettacolo presso l’Università degli Studi di Catania. Ama il cinema, le serie tv e il teatro. Ha fatto parte dell’associazione culturale “Leggo”. Ha lavorato presso il Centro CInAP dell’Università degli Studi di Catania, curandone la comunicazione, i social media e l’organizzazione degli eventi in ambito universitario. L’interesse per la scrittura, e per i temi che riguardano la salute prima di tutto, l’ha portata a collaborare con Liaf dopo un percorso di successo che si è concluso con l’abbandono definitivo della sigaretta convenzionale. Il suo ruolo all’interno del team è quello di copywriter.

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