venerdì, Aprile 26, 2024
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Kōwhai: un aiuto dalla cultura Maori per smettere di fumare

In Nuova Zelanda, l’impegno per promuovere una cultura della cessazione che si basi sulle strategie di harm reduction ha dato il via ad alcuni progetti governativi che consigliano le ecig come strumento utile per smettere.

Oltre alle campagne Vaping Facts and Quit Strong, l’approccio del governo neozelandese si muove su due direttrici: da un lato ridurre la percentuale di nicotina nelle sigarette di oltre il 90% e, notizia di qualche giorno fa, vietare il commercio di sigarette ai minori nati dopo il 2004

L’obiettivo? Una nazione smoke free. 

Per raggiungerlo, l’attenzione del governo si sposta verso la popolazione Maori, dove le percentuali di fumatori sono insolitamente alte.

Secondo le stime del 2020, infatti, il 28% della popolazione Maori fuma, con una percentuale più alta tra le donne che tra gli uomini (32%).

Per aiutarla, un aiuto sembra provenire dal mondo vegetale. È già da diversi anni che si conoscono gli effetti della citisina, un alcaloide vegetale proveniente dalla pianta del Maggiociondolo. 

Uno studio pubblicato sulla rivista internazionale Addiction e condotto dai ricercatori dall’Università di Auckland, ha valutato gli effetti di questa sostanza diffusa in una pianta tipica del territorio neozelandese, conosciuta i lingua maori come Kōwhai, ufficiosamente uno dei simboli della Nuova Zelanda insieme al ben più famoso kiwi.

La pianta produce dei bellissimi fiori gialli e, oltre all’uso ornamentale, è anche impiegata nella medicina tradizionale Maori per combattere dolori muscolari e articolari.

Secondo lo studio, il 12% di coloro che ha assunto pillole a base di citisina non hanno più fumato, anche al follow up dei sei mesi, a dispetto dell’8% curato con la terapia promossa dal governo a base di vareniclina.

Eliana Golberstein, Chief Scientist presso Myriad Pharmaceuticals, ci aiuta a comprendere l’importanza di questo studio per la popolazione Maori.

Kōwhai significa giallo in lingua Maori, dal colore dei fiori della pianta, diffusa ovunque nella Nuova Zelanda e molto conosciuta dai locali. Quello che non si conosceva era l’aiuto farmaceutico della citisina nei percorsi di smoking cessation” ci spiega la ricercatrice “la citisina ha alcune affinità con i recettori attivati dalla nicotina.

A differenza della vareniclina, la citisina ha un costo inferiore, oltre che avere un’origine naturale. Per quanto riguarda la cultura Maori questo è fondamentale: secondo la tradizione, l’albero di kōwhai favorisce il giusto bilanciamento tra danno e guarigione. Un aiuto della terra neozelandese ai propri nativi”.

Qual è l’obiettivo delle campagne di cessazione neozelandesi?

La Nuova Zelanda ha l’obiettivo di diventare smoke free entro il 2025, ma con i trend attuali sicuramente non sarà così. Fortunatamente, nel 2020 è stato approvato il Vaping Bill, che permette di regolamentare il vaping in modo che i benefici dello svapo possano essere distribuiti tra la popolazione a rischio, riducendo allo stesso tempo l’appeal sui più giovani.

Due sono le campagne attive in Nuova Zelanda ad oggi: Vaping Facts, una campagna unica nel suo genere lanciata nel 2019 per combattere la disinformazione sul mondo del vaping, e Quit Strong, nata con l’intento di accelerare i percorsi di smoking cessation usando le ecig come strumento per raggiungere l’obiettivo finale di creare il primo paese smoke free nel mondo“.

Giornalista praticante, collabora con LIAF, dove scrive di salute e attualità. Appassionata di sport, con un passato da atleta agonista di sci alpino, si diletta nell'indagare le nuove frontiere della comunicazione e della tecnologia, attenta alla contaminazione con generi e linguaggi diversi.

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