venerdì, Aprile 26, 2024
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Emoji su Whatsapp: perchè l’app potrebbe essere contro il fumo?

Secondo un’interessante teoria, l’associazione tra gruppi di emoji sul famoso servizio di messaggistica istantanea potrebbe non essere del tutto casuale.

Tra i disagi causati dal fumo di sigaretta, ce n’è uno che riguarda in maniera particolare le persone che ci stanno vicino. La puzza di sigaretta, che precede il tabagista, è tra i principali fastidi che chi non fuma può subire.

E se anche lo smartphone, il braccio armato della comunicazione e delle relazioni sociali odierne, avesse qualcosa da ridire in merito?

Sì, stiamo parlando di tecnologia. Sappiamo che tra i tanti aiuti per avviare la propria crociata contro il fumo, se ne trovano diversi anche sul versante tecnologico, in particolare se parliamo di cellulari.

Esistono infatti varie applicazioni per smartphone che si propongono come validi strumenti per aiutare i fumatori a smettere definitivamente di fumare.

Ma i telefonini potrebbero essere portatori di una valida, quanto inaspettata, campagna antifumo, soprattutto per i più giovani.

La teoria che Whatsapp sia contro le sigarette, e il fumo in generale, nasce dall’osservazione della disposizione delle emoji all’interno dell’applicazione di messaggistica. Avete mai notato che la maggior parte delle emoji sono disposte in modo da mettere vicine quelle che hanno una particolare correlazione? Questa impostazione nasce per facilitare il più possibile la persona nella ricerca quando scrive un messaggio.

La teoria è interessante perché alla base di questa osservazione c’è la vicinanza tra due emoji correlate sulla base di un principio di correlazione concettuale: nel caso della sigaretta, l’emoji è associata a quella della bara, che richiama a sua volta il concetto di morte.

Altro fattore interessante è che, dopo l’ultimo aggiornamento dell’applicazione, si è aggiunta un’altra icona ad arricchire il tutto: una lapide. Sembrerebbe non esserci alcun dubbio sul messaggio che si vuole veicolare.

Messaggi ironici e leggeri come questi veicolati da app ormai famosissime come Whatsapp potrebbero riuscire ad accendere una sana riflessione sui danni fumo correlati?

Martina Rapisarda ha conseguito la laurea triennale in Lettere Moderne e la Laurea Magistrale in Comunicazione della Cultura e dello Spettacolo presso l’Università degli Studi di Catania. Ama il cinema, le serie tv e il teatro. Ha fatto parte dell’associazione culturale “Leggo”. Ha lavorato presso il Centro CInAP dell’Università degli Studi di Catania, curandone la comunicazione, i social media e l’organizzazione degli eventi in ambito universitario. L’interesse per la scrittura, e per i temi che riguardano la salute prima di tutto, l’ha portata a collaborare con Liaf dopo un percorso di successo che si è concluso con l’abbandono definitivo della sigaretta convenzionale. Il suo ruolo all’interno del team è quello di copywriter.

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