mercoledì, Dicembre 11, 2024
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Caos in Sudafrica: si potrebbero pagare di più le ecig che le sigarette

La comunità internazionale accoglie tiepidamente le richieste di esperti e scienziati di adottare misure di controllo del tabacco che tengano conto delle evidenze scientifiche e dei risultati di studi accreditati sul vaping. A farne le spese, ultimi in linea temporale, i cittadini del Sudafrica, che potrebbe vedersi aumentare i costi per le ecig e i prodotti a tabacco riscaldato

Sembra non esserci pace per il mercato delle sigarette elettroniche: secondo la recente proposta di legge del governo del Sudafrica, i prodotti del mercato del vaping potrebbero incorrere in una nuova accisa che, a seconda del contenuto di nicotina o delle dimensioni del singolo prodotto, potrebbe far lievitare i prezzi di mercato anche di qualche decina di euro.

Il paradosso? Le tasse su questi prodotti potrebbero anche superare quelle previste per i tradizionali pacchetti di sigarette.

Una decisione che ha suscitato un allarme crescente tra coloro che sono impegnati nella diffusione di un’informazione corretta in merito alle alternative meno dannose del tabacco combusto.

Legge che, se approvata, spazzerebbe via in un colpo solo anni di evidenze scientifiche e di progressi nel campo del controllo del tabacco e che, di fatto, renderebbe impossibile l’acquisto di sigarette elettroniche e di prodotti a tabacco riscaldato da parte della popolazione a basso reddito.

Se consideriamo che il numero di fumatori in Sudafrica è stimato essere di circa 7 milioni di individui, con 39000 morti fumo correlate ogni anno, l’interesse di chi lavora nel settore è garantire alternative alla classica sigaretta

Tra coloro che si scagliano contro la proposta, la Free Market Foundation, secondo la quale i fumatori “possono optare per prodotti illeciti che sono più economici e costituiscono il 42% del mercato informale delle sigarette. Inoltre, le merci illecite sono più dannose poiché gli standard di produzione non vengono rispettati”.

Come si è arrivati a questa nuova proposta di legge?

In realtà la proposta del ministro delle finanze Enoch Godongwana è abbastanza lineare: utilizzare le linee guida di altri prodotti soggetti a tassazione, come le sigarette, per stabilire una accisa minima per millilitro di soluzione utilizzate nelle ecig, indipendentemente dal fatto che contengano nicotina o meno.

Applicando tali regole, la variazione di prezzo sui singoli prodotti, tenendo conto delle specifiche tecniche, potrebbe variare da pochi euro fino a qualche decina.

Una richiesta, quella del Sudafrica, basata essenzialmente sulle posizioni fuorvianti dell’OMS, che preferisce adottare misure stringenti nei confronti di prodotti alternativi a base di nicotina di cui si hanno prove significative circa la relativa sicurezza, rispetto che porre un freno alla commercializzazione e alla diffusione delle sigarette convenzionali. 

Una scelta non casuale, che arriva in un momento in cui il rapporto tra PIL e debito pubblico sudafricano sta raggiungendo livelli altissimi a causa delle spese elevate dei comuni africani e dell’evasione fiscale.

Un altro esempio di come la tassazione sia usata impropriamente come metodo per controllare il mercato del fumo, senza tenere in considerazione il benessere di chi potrebbe trarre beneficio, in termini di salute, da una classe di prodotti a rischio ridotto.

chiara nobis

Giornalista praticante, collabora con LIAF, dove scrive di salute e attualità. Appassionata di sport, con un passato da atleta agonista di sci alpino, si diletta nell'indagare le nuove frontiere della comunicazione e della tecnologia, attenta alla contaminazione con generi e linguaggi diversi.

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