Dall’analisi dei dati non emerge alcuna associazione tra l’uso delle sigarette elettronica e un aumento del rischio di patologie cardiache croniche ed eventi infartuali a danno del miocardio.
Mark, 55 anni, fumatore incallito per 40, ha provato qualsiasi metodo immaginabile per smettere di fumare, sia negli Stati Uniti sia all’estero, ipnosi compresa. Quasi rassegnato, mentre passeggiava per le vie della sua città natale, si accorge di un nuovo negozio. Incuriosito, entra e 20 minuti dopo dichiara di “essere uscito da non fumatore”.
Entrando nel dettaglio dei decessi considerati "da svapo" si nota come non ci siano prove che indichino i normali prodotti contenenti nicotina come responsabili di questo avvelenamento.
450 casi di malattie polmonari e sei morti: si apre così il bilancio della settimana negli Stati Uniti, con Donald Trump sempre più intenzionato a ritirare dal commercio i prodotti aromatizzati per le sigarette elettroniche, seguendo l’esempio di città come San Francisco, dove la vendita è già stata vietata.
L’implicazione clinica di questa scoperta dovrebbe favorire l’introduzione definitiva della sigaretta elettronica, abbinata alle classiche terapie antifumo e al supporto comportamentale per sconfiggere definitivamente il fumo.