venerdì, Aprile 19, 2024
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The cigarette is over: la fine artistica e culturale della sigaretta

Si è inaugurata il 10 marzo la mostra The cigarette is over, il progetto artistico promosso da Inside Art, con la sponsorizzazione di ANAFE e LIAF, che ha coinvolto alcuni giovani artisti della RUFA, Rome University of Fine Arts. L’artista più rappresentativo è stata premiato nel corso della serata iniziale: a vincere il giovane Lorenzo Finardi, con l’opera Brucia come la carta

Il rapporto che unisce l’arte alla rappresentazione del consumo di tabacco ha origini di molto precedenti ai moderni esempi delle pubblicità progresso: sin dal Cinquecento infatti, il fumo ha trovato largo spazio nelle opere pittoriche di grandi esponenti dell’arte, soprattuto se provenienti dall’area dei Paesi Bassi.

Almeno inizialmente, però, tali rappresentazioni identificavano il fumo come un’abitudine scostumata, da riservarsi agli esponenti degli strati inferiori della società: spesso i soggetti ritraevano contadini, ubriaconi o frequentatori di taverne, ritratti con lunghe pipe accese. 

Fu solo dopo qualche secolo, verso il Settecento, che l’atto del fumare fu associato a figure più elevate, borghesi, in una sorta di celebrazione auto-distruttiva di un pratica che, ad oggi, sappiamo essere letale.

Una menzione a parte deve essere fatta per Vincent van Gogh, che spesso nei suoi quadri inseriva l’elemento della sua amata pipa, che gli costò la cessione di un sua opera pur di ripagare i debiti con un tabaccaio locale.

Uno dei suoi quadri più significativi, Teschio con sigaretta accesa, che potrebbe trovare spazio all’interno delle più moderne pubblicità antitabacco.

Dunque, che l’arte sia un’accompagnamento verso la fine concettuale e artistica della sigaretta, lo hanno dimostrato i giovani partecipanti alla mostra The cigarette is over, un’esibizione artistica realizzata da Inside Art, con la partecipazione di ANAFE e LIAF.

I giovani artisti della RUFA, Rome university of Fine Arts, hanno messo in mostra presso lo spazio espositivo Fondamenta Gallery la loro personale interpretazione della parabola discendente della sigaretta, oggi espressione di antivalori , come la sporcizia ambientale, l’antisocialità, l’omologazione e lo scarso amor proprio.

Strumenti diversi, dalla fotografia al video, dalle installazioni che uniscono forma e suono alle rappresentazioni site specific.

Un’interessante visione che accompagna lo spettatore nel chiedersi se il calo di fumatori o comunque la riduzione dell’appeal della sigaretta sia associabile anche alla perdita dei riferimenti culturali a cui la sigaretta era associata.

Gli artisti che hanno esposto le loro opere durante la mostra sono sono Sara Antonellis; il collettivo composto da Claudia Coppola, Agnese De Luca, Federica De Salvatore, Alessandra Florea e Andrea Ferretti; Lorenzo Finardi; Janneke Leenders; Mirko Pizzichini e Nicole Scilipoti; Clarissa Secco; Nonnoburro e Matilda Volpini.

Oggi abbiamo conferma che soprattutto i giovani stanno cambiando percezione e che l’arte rimane un veicolo di diffusione potentissimo, con un’eco enorme” racconta Umberto Roccatti, presidente di Anafe.

Non è solo più consapevolezza della salute, ma il fumo è un qualcosa di socialmente non più accettabile. È confortante vedere le opere di questi giovani che intendono il fumo come qualcosa di non più emancipante. Nelle opere esposte c’è solitudine, c’è amarezza e cupezza, e questo è evidente. Penso sia un bene che si inizi ad instaurare questo tipo di percezione”.

L’artista Lorenzo Finardi e il Presidente di ANAFE, Umberto Roccatti

A vincere il premio il giovane Lorenzo Finardi, con l’opera Brucia come la carta, una fotografia raffigurante un uomo fatto di giornali intento ad accendersi una sigaretta destinata, come la miccia di una bomba, a distruggerlo.

La tela è stata volutamente bruciata in alcuni punti per simboleggiare il lento deterioramento del soggetto.

Un’opera che, per Roccatti, ha lasciato intravedere “una certa potenza comunicativa“.

“Arte e fumo di sigaretta sono da sempre, purtroppo un binomio mal sposato ma un divorzio civile è ancora possibile. La soluzione è utilizzare il potere incisivo e multiculturale dell’arte per veicolare un messaggio positivo antifumo: la bionda non rappresenta più nessun simbolo di stile.

Dobbiamo utilizzare l’arte e le occasioni di ritrovo pubblico per invitare i fumatori a smettere definitivamente e per lanciare ai ragazzi il messaggio che provare a iniziare è assolutamente sbagliato.

Sappiamo anche, come detto più volte, che per chi non riesce a smettere di fumare da solo, il passaggio alle sigarette elettroniche è una soluzione a rischio ridotto che può aiutare a cambiare stile di vita. Eventi come quello di oggi rappresentano il futuro della comunicazione antifumo ed è su questa strada che continueremo a lavorare” – ha aggiunto il Presidente di LIAF, Ezio Campagna.

La mostra rimarrà visibile fino al 19 marzo e visitabile gratuitamente tutti i giorni dalle 10 alle 18 previo appuntamento inviando un’e-mail a [email protected].

Giornalista praticante, collabora con LIAF, dove scrive di salute e attualità. Appassionata di sport, con un passato da atleta agonista di sci alpino, si diletta nell'indagare le nuove frontiere della comunicazione e della tecnologia, attenta alla contaminazione con generi e linguaggi diversi.

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