mercoledì, Dicembre 11, 2024
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Il “VapingGate” USA fa ricadere nel vizio gli ex fumatori

Che il VapingGate di quest’estate abbia generato una scia di falsi allarmismi sulla sigaretta elettronica è una cosa risaputa. Purtroppo, l’approccio dei media americani unito alle campagna di disinformazione dell’autorità di salute pubblica USA hanno portato molti ex fumatori a dubitare della sicurezza dei dispositivi alternativi alla sigaretta convenzionale.

Per il New York Times bandire I prodotti da svapo è controproducente

In un editoriale comparso sul New York Times e datato 12 novembre, si analizza quanto e come un eventuale bando dei prodotti da svapo potrebbe aiutare a risolvere da un alto i casi di polmoniti, dall’altro l’emergenza fumo tra i più giovani.

La mancanza di una corretta informazione a riguardo, basata su evidenze scientifiche, e la necessità di porre un freno all’epidemia hanno portato diverse città in California e Massachusetts a bandire anche i dispositivi, e non solo i prodotti da svapo.

Secondo gli esperti, bandire i prodotti su larga scala non porterebbe a un cambiamento significativo della situazione: non impedirebbe ai giovani di approcciarsi alla sigaretta elettronica, e soprattutto costringerebbe i quasi 11 milioni di adulti che ne fanno uso a tornare alla sigaretta convenzionale oppure a correre il ischio di acquistare prodotti sul mercato nero.

Per l’opinionista del Times, sarebbe molto più utile creare campagne di informazione ad opera degli organi di sanità pubblica che possano combattere la dipendenza da nicotina sul lungo periodo.

Quello che manca negli USA è una regolamentazione chiara, efficace e severa che segua l’esempio delle normative già presenti in Europa. 

In Europa, la normativa in materia di elettronica è più severa

Seguire l’esempio della Gran Bretagna, dove sia la commercializzazione che la produzione della sigaretta elettronica è severamente regolata (ad esempio, il quantitativo di nicotina in questi prodotti in USA sono il doppio delle dosi consentite in UK), potrebbe favorire la lotta alla dipendenza da fumo nel lungo periodo.

Allo stesso tempo, serve investire nella ricerca scientifica: analizzando e studiando i nuovi dispositivi come l’elettronica o i dispositivi a tabacco riscaldato alternativi alla sigaretta convenzionale si potranno ricavare i dati utili in materia.

Sicuramente, in termini di riduzione del danno quello che importa sapere è che la sigaretta elettronica, per le autorità sanitarie inglesi, risulta essere il 95% meno pericolosa di quella convenzionale.

chiara nobis

Giornalista praticante, collabora con LIAF, dove scrive di salute e attualità. Appassionata di sport, con un passato da atleta agonista di sci alpino, si diletta nell'indagare le nuove frontiere della comunicazione e della tecnologia, attenta alla contaminazione con generi e linguaggi diversi.

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