sabato, Aprile 27, 2024
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Il fumo accorcia i telomeri e fa invecchiare più velocemente

Uno studio presentato in anteprima la scorsa settimana ha dimostrato che il fumo di sigaretta incide negativamente sulla “lunghezza” dei telomeri, “indicatori” della capacità dei tessuti di autoripararsi, rigenerarsi e dell’invecchiamento precoce

Gli effetti dannosi del fumo sono ben noti: invecchiamento della pelle, ingiallimento delle dita, alito e odori sgradevoli, senza contare la correlazione tra la sigaretta e un numero elevato di patologie.

Questa settimana, però, un gruppo di scienziati cinesi ha scientificamente correlato il fumo all’accorciamento dei telomeri, piccole porzioni di DNA presenti alla fine di ogni cromosoma e che possiedono un ruolo fondamentale nella durata della vita della cellula: la lunghezza del telomero è infatti un indicatore della velocità di invecchiamento della cellula e della sua capacità di rigenerarsi.

Una ricerca presentata allo European Respiratory Society International Congress a Milano, e condotta su un campione di quasi mezzo milione di partecipanti,  ha dimostrato che il fumo accorcia i frammenti finali dei cromosomi, i telomeri appunto, nei globuli bianchi del nostro sistema immunitario.

Secondo la dott.ssa Siyu Dai, assistente presso la Scuola di Medicina Clinica, Hangzhou Normal University, Cina: “Il nostro studio ha dimostrato che il fumo e la quantità di sigarette consumate possono provocare l’accorciamento dei telomeri dei leucociti, indicatori dell’autoriparazione e della rigenerazione dei tessuti e dell’invecchiamento. In altre parole, il fumo può accelerare il processo di invecchiamento, mentre smettere può ridurre considerevolmente il rischio correlato”.

I ricercatori hanno analizzato i dati sanitari e genetici di un campione di quasi 500mila partecipanti, contenuti all’interno della UK Biobank, un database biomedico su larga scala: se fossero o meno fumatori, se avessero smesso o se non avessero mai iniziato a fumare, il numero di sigarette consumate e la determinazione, attraverso analisi del sangue, della lunghezza dei telomeri.

Abbiamo scoperto che l’essere fumatori si traduceva in modo statisticamente significativo ad un accorciamento dei telomeri nei leucociti, a differenza di quanto rilevato per i fumatori che avevano smesso e per coloro che non avevano mai fumato, che non mostravano un accorciamento dei telomeri. Tra le persone che fumavano un numero elevato di sigarette, i telomeri si presentavano significativamente più corti. In sintesi, il fumo può causare l’accorciamento della lunghezza dei telomeri dei leucociti, e più sigarette vengono fumate, più forte sarà l’effetto accorciante”, ha affermato la dott.ssa Dai.

Un processo che può essere invertito fino a ripristinare condizioni di salute quasi ottimali, sempre che l’abitudine al fumo venga interrotta nel breve periodo.

Lo studio in questione, secondo i ricercatori, aggiunge ulteriori prove all’evidenza che il fumo causi un invecchiamento precoce: “Poiché ci sono chiari benefici per la salute derivanti dalla cessazione, è giunto il momento di includere il supporto per la cessazione e i trattamenti nella pratica clinica quotidiana per aiutarci a creare un mondo privo di fumo per la prossima generazione”.

Giornalista praticante, collabora con LIAF, dove scrive di salute e attualità. Appassionata di sport, con un passato da atleta agonista di sci alpino, si diletta nell'indagare le nuove frontiere della comunicazione e della tecnologia, attenta alla contaminazione con generi e linguaggi diversi.

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