mercoledì, Dicembre 11, 2024
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BPCO e sigaretta elettronica: risponde il Prof. Polosa

I ricercatori del CoEHAR (Centro di Ricerca per la Riduzione del Danno da Fumo dell’Università degli Studi di Catania) hanno appena reso noti i risultati del più lungo follow up mai realizzato su pazienti fumatori affetti da BPCO, la broncopneumopatia cronica ostruttiva. Secondo lo studio COPD smokers who switched to E-cigarettes: health outcomes at 5-year follow up”, l’utilizzo regolare delle sigarette elettroniche comporta dei benefici in termini di salute per tutti quei pazienti fumatori affetti di BPCO, che non vogliono o non riescono a smettere di fumare.

Il fondatore del CoEHAR, Riccardo Polosa, autore dello studio, spiega così i risultati:

Prof. Riccardo Polosa

Nonostante la patologia di cui soffrono, molti pazienti affetti da BPCO non vogliono, o non riescono, a smettere di fumare. Abbandonare le sigarette convenzionali significherebbe migliorare, e di molto, il loro stato di salute generale, ma è una scelta che fanno fatica a compiere. Con la disponibilità sul mercato dei nuovi dispositivi a rilascio di nicotina privi di combustione, abbiamo voluto indagare gli outcomes a livello i salute in pazienti affetti da pregresse patologie polmonari, in questo caso la BPCO. I risultati dello studio dimostrano che questi soggetti possono astenersi dal fumare se viene loro fornita una valida alternativa, la sigaretta elettronica, uno strumento che mima l”esperienza del fumo, ma garantendo al contempo miglioramenti significativi dello stato di salute generale”.

LO STUDIO 

La BPCO fa parte di un gruppo di patologie polmonari legate al fumo che causano difficoltà respiratorie, enfisema e bronchite cronica. Lo studio ha individuato, grazie all’analisi delle cartelle cliniche di quattro diversi ospedali italiani, un gruppo di pazienti affetti da BPCO che utilizzano prodotti per il vaping. Tali soggetti sono stati seguiti attraverso un percorso di visite ambulatoriali annuali per un totale di cinque anni. 

Alla fine del follow up, i ricercatori avevano a disposizione i dati di 39 pazienti affetti da BPCO, 30 nel gruppo di pazienti con BPCO che utilizzavano le sigarette elettroniche e 19 in quello dei fumatori abituali. Sebbene intraprendere percorsi di smoking cessation dovrebbe rappresentare una priorità per i soggetti affetti da BPCO, i tassi di ricaduta in tali pazienti fumatori è molto alto e le terapie note per smettere di fumare sembravano avere effetti limitati.

I fumatori affetti da BPCO infatti sperimentano difficoltà nel sospendere completamente l’uso di nicotina e possono aver bisogno di un trattamento o di un uso prolungato di nicotina per avere un’astinenza continuata dal fumo. 

I RISULTATI

Nello studio, i ricercatori del CoEHAR hanno osservato una riduzione prolungata nel tempo del consumo giornaliero di sigarette nei pazienti affetti da BPCO che facevano uso, contemporaneamente, anche di prodotti per il vaping: è stata rilevata una riduzione complessiva di circa l’80% rispetto alla normalità

Ma la novità principale riguarda il fatto che i pazienti con BPCO che si sono astenuti dal fumare, passando alle sigarette elettroniche, hanno riportato miglioramenti a livello di salute clinicamente rilevanti. 

I pazienti che sono passati al vaping infatti hanno ridotto di circa il 50% le esacerbazioni della malattia e hanno migliorato significativamente la propria salute cardio-respiratoria rispetto al gruppo di controllo di pazienti affetti da BPCO che hanno continuato a fumare le sigarette convenzionali. 

Questi preziosi risultati spiegano come per i soggetti affetti da BPCO che non riescono a smettere di fumare da soli, passare a sostituti meno dannosi significa ridurre la sofferenza provocata dalla malattia. I medici dovrebbero considerare tutte le opzioni possibili, optando per quelle che hanno la maggior probabilità di interrompere l’esposizione al fumo di tabacco, come le ecig. 

chiara nobis

Giornalista praticante, collabora con LIAF, dove scrive di salute e attualità. Appassionata di sport, con un passato da atleta agonista di sci alpino, si diletta nell'indagare le nuove frontiere della comunicazione e della tecnologia, attenta alla contaminazione con generi e linguaggi diversi.

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